FIRENZE. La popolazione invecchia, le malattie croniche aumentano, e le risposte non possono che venire da un rafforzamento dell’assistenza sul territorio. E dunque la delibera di riorganizzazione del sistema sanitario regionale assegna un ruolo chiave ai medici di medicina generale (Mmg), i medici di famiglia, che sono, e saranno ancora di più, attori protagonisti della rete di assistenza.

Saranno loro a svolgere, attraverso le diverse forme organizzative (Aft – Associazioni funzionali territoriali – e/o Uccp – Unità complesse di cure primarie), un ruolo di coordinamento dei professionisti coinvolti nel percorso di cura. E ad aiutare gli assisititi a orientarsi nell’offerta dei servizi: dalla prevenzione della malattia, all’informazione e al sostegno del malato, alla rete allargata dei servizi, anche ospedalieri.

Assumerà sempre maggior rilievo il ruolo del Medico di Comunità, quale responsabile della promozione e del mantenimento dell’integrazione tra tutti i professionisti. Determinante individuare e potenziare tutte le modalità assistenziali extra-ospedaliere per quei pazienti che oggi accedono impropriamente all’ospedale per acuti.

Dovrà essere ulteriormente sviluppata la Sanità di iniziativa, già introdotta dal Psr 2008-2010: quella che non aspetta il paziente sulla porta dell’ospedale, ma che gli va incontro, assumendo il bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia, o prima che essa si manifesti o si aggravi, prevedendo e organizzando le risposte assistenziali adeguate.

Il riferimento è il Chronic Care Model, basato sull’interazione tra il paziente, reso esperto da opportuni interventi di formazione e addestramento, e il team multiprofessionale composto da Mmg, infermieri e operatori sociosanitari. La sperimentazione di questo modello, avviata nel 2009 ed estesa oggi a circa il 40% della popolazione toscana, ha dimostrato di produrre notevoli miglioramenti nella qualità dei servizi territoriali: il 67% dei pazienti intervistati in una recente indagine sulla soddisfazione degli utenti, ha dichiarato di aver riscontrato dei benefici sul proprio stato di salute da quando è stato introdotto il nuovo modello, e l’86% di essi ha rilevato un miglioramento complessivo dell’assistenza.

Il modello di presidio territoriale che possa ospitare i professionisti in forma integrata e nel quale possa svilupparsi appieno la sanità di iniziativa si identifica con le forme di Uccp/Casa della Salute/Distretto socio sanitario integrato.

Nella delibera, si prevede di potenziare l’Adi (Assistenza Domiciliare Integrata) del 10% e la distribuzione diretta dei farmaci del 20%. Di ridurre la prescrizione di diagnostica per immagini del 5%. E di estendere la sanità di iniziativa all’80% della popolazione.

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IN OSPEDALE SOLO SE NECESSARIO, COSÌ LA REGIONE RIORGANIZZA LA SANITÀ

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