VIAREGGIO. “Fino a quando non mi daranno un tetto dove dormire, resterò incatenato qua”. Francesco Tureddi, 59 anni di Viareggio (indagato per favoreggiamento di omicidio, distruzione e occultamento di cadavere nell’ambito dell’inchiesta delle donne scomparse a Torre del Lago), dalle 8 di stamattina (18 aprile) si è nuovamente incatenato al cancello d’ingresso del Municipio per chiedere l’assegnazione di una casa da parte del Comune.

“Non mi muoverò, voglio parlare con gli ex assessori Athos Pastechi o Vittorio Fantoni e voglio vedere scritto nero su bianco l’impegno da parte del Comune per darmi un’abitazione”, dice Tureddi, che si è appeso al collo un cartello dove racconta la sua storia. Poi minaccia: “Se vengono i carabinieri per farmi andare via, inizierò a tagliarmi con questa lametta”. Tureddi ci mostra una lametta da barba che tiene nascosta nella mano. Arrivano prima due vigili urbani, poi due carabinieri  per convincere l’uomo a interrompere la protesta. Tureddi non si smuove, rimane seduto e incatenato sullo scalino e fortunatamente non compie nessun gesto di autolesionismo.

“Dal 2001 non ho la casa, ho vissuto in un albergo ma adesso non ne ho più diritto, adesso dormo sulle panchine o alla stazione”, racconta Tureddi. Intorno a mezzogiorno e mezzo, arriva l’ex assessore al decoro urbano della giunta Lunardini, Athos Pastechi che convince Tureedi a liberarsi. Intanto, Giulio Marglia, responsabile al sociale, gli comunica che la sua pratica  per l’assegno del minimo vitale, 250 euro al mese, dovrebbe essere quasi pronta.

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ultimo aggiornamento: 18-04-2013


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