VIAREGGIO. “L’ordinanza emanata dal commissario prefettizio Domenico Mannino in data 30 aprile 2013 presenta diversi elementi discutibili.” Lo scrive in una nota il consiglio direttivo della sezione di Viareggio della onlus Berretti Bianchi, attiva nel campo del sociale.

“In primo luogo il titolo che indica come destinatari del provvedimento ‘gli insediamenti abusivi di nomadi’ è allusivo ad una etnia molto precisa e cioè i Rom. Questo porta facilmente e pericolosamente ad alimentare un sentimento di discriminazione nei confronti di chi è già abbastanza discriminato. Anche le parole hanno la loro importanza. Un conto è riferirsi in genere ad insediamenti abusivi ma precisare che l’intervento è diretto verso quelli di una particolare etnia, non è accettabile.

“È discutibile anche quando fa pretestuosamente riferimento al fatto che ‘molte espressioni della criminalità sono riconducibili all’operatività dei soggetti sopracitati’. Come i mezzi di informazione hanno diffusamente precisato, il provvedimento è diretto in prima istanza verso insediamenti Rom. Ma ci si scorda che la responsabilità è sempre individuale e non collettiva, per cui la generalizzazione anche in questo caso non solo è inappropriata, ma addirittura discutibile sotto il profilo della liceità.

“Si dispone che, in caso di presenza di minori, debbano essere presenti assistenti sociali.

“Chiediamo, allora, per la terza volta al commissario prefettizio, al comandante dei vigili urbani e al responsabile della squadra antidegrado dei vigili urbani, per quale motivo, nello sgombero di un gruppo di Rom effettuato in data 11 dicembre 2012, non era presente alcun assistente sociale. Quanti erano i minori sgomberati e dove sono andati? Perché non si vuole rispondere a queste domande?

“Segnaliamo che vi sono norme nazionali e internazionali specifiche per i casi di sgomberi e queste possono essere facilmente individuate nel Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, approvato nel 1996 e sottoscritto anche dal nostro paese, nella Carta sociale europea, anch’essa approvata nel 1996 a Strasburgo e infine nell’indicazione dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) dalle quali si evince che con troppa disinvoltura si usano procedure che non tutelano i diritti umani, in evidente contrasto con quanto indicato dalle disposizioni.

“Vogliamo infine commentare la risposta della signora Serena Fambrini (candidato sindaco della lista civica Movimento Nuovo Mondo, ndr) in relazione all’invito che le abbiamo rivolto per un incontro sulla comunità Rom. La signora afferma di non accettare il nostro invito perché sa che si troverà di fronte persone che la pensano diversamente da lei.

“La cosa ci stupisce e ci preoccupa non poco: nel caso dovesse diventare sindaco, pensa di dialogare solo con coloro che l’hanno votata? Aprirebbe le porte del suo ufficio solo a coloro che la pensano come lei? Non rientra nel suo programma il confronto con le realtà del territorio e in modo particolare con il volontariato?

“Il sale della democrazia, signora Fambrini, è fatto dalle diversità di opinione e soprattutto dalla capacità di
confronto e ascolto. Lo scopo del nostro incontro non è quello di convincere qualcuno, ma di avere un confronto e dare una corretta informazione su una realtà che, da quello che ci è dato vedere, molti affrontano solo attraverso luoghi comuni e pregiudizi.”

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