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PIOMBINO. “Il gesto disperato di Marcello Di Finizio, imprenditore veneto salito sulla cupola di San Pietro per manifestare contro la direttiva Bolkestein e la totale indifferenza dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni, mette ancora una volta al centro dell’attenzione pubblica nazionale e internazionale la drammatica situazione in cui si trovano 30mila aziende balneari in Italia.” Lo scrive in una nota Fabrizio Lotti, presidente di Fiba-Confesercenti Toscana.

“Il governo italiano affronti il problema una volta per tutte e risolva questa annosa questione che, complice anche la crisi economica attuale, sta mettendo in crisi un settore fino a pochi anni fa florido e in espansione, con il completo blocco degli investimenti e il coinvolgimento di tutto l’indotto dalla produzione delle attrezzature da spiaggia fino alle forniture di servizi connesse.

“Pur non condividendo la forma di protesta che mette a rischio anche l’incolumità presonale, a Marcello va tutta la nostra solidarietà con l’auspicio di una veloce risoluzione anche dei problemi specifici della propria azienda.”

Sulla vicenda di Marcello Di Finizio interviene anche Emiliano Favilla, balneare versiliese: “Sul cupolone di San Pietro si sta consumando un atto di inciviltà che ha dell’incredibile. Marcello Di Finizio, imprenditore balneare disperato per la perdita della propria azienda, a seguito di un incendio doloso e data la Bolkestein, impossibilitato a ricostruire i locale per riprendere l’attività imprenditoriale, viene privato anche dell’acqua da bere mentre è da 24 ore arrampicato su di un cornicione della Cupola in condizioni di estremo pericolo per la sua vita.

“Da lassù Marcello sta informando i colleghi balneari che si trovano nella piazza che La gendarmeria del Vaticano ha deciso, infatti, di non fargli arrivare pure l’acqua da bere. Se quanto riferisce Marcello è vero si tratterebbe di un atto disumano che fa specie qualunque sia il governo che lo attua, ma che fa maggiore stupore che questo accada nello stato del Vaticano.

“Probabilmente il Papa non è stato messo a conoscenza di quanto sta consumando proprio nel suo stato. Facciamo appello, quindi, a tutti gli organi d’informazione di divulgare la notizia ed alle associazioni e istituzioni a tutti i livelli dei intervenire perché cessi almeno questo disumano.”

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