VIAREGGIO. Citando una vecchia canzone dei Dik Dik, il carrista Umberto Cinquini sa perfettamente cos’è l’isola di Wight. Dal 2005 viene invitato ogni anno in questo angolo di Inghilterra per realizzare una serie di progetti legati al Carnevale. E, proprio due settimane fa, ha fatto nuovamente tappa sull’isola assieme alla moglie Silvia Cirri, mascheratista. “Siamo stati là per cinque giorni: abbiamo riparato un’opera che avevamo realizzato in Italia per loro, particolare di un complesso mascherato in stile viareggino intitolato ‘Europa’ e portato, appunto, in giro per tutti i Carnevali del nostro continente.

“Poi, in un pub, davanti a 40 persone, ho tenuto una conferenza sul Carnevale di Viareggio. Grazie ad alcuni preziosi video di Piero Ambrosini e Alessandro Bongiorni ho potuto far vedere agli inglesi l’evoluzione dei carri del nostro Carnevale, dagli albori fino a oggi, passando per la satira politica. Quello della teatralità è un aspetto che a loro piace molto, ma sono rimasti molto colpiti dal gigantisimo delle nostre costruzioni, tant’è che sono stato presentato come un artista del ‘Carnevale dove si costruiscono i carri più grandi del mondo’.”

Nella mente di Chris Slann, direttore esecutivo della New Carnival Company, un grande organismo che lavora per tutti i carnevali inglesi, è subito balenata un’idea. “Mi ha detto che vorrebbe organizzare una sorta di ‘Carnival Tour’, una promozione del Carnevale di Viareggio in vari luoghi dell’Inghilterra con il patrocinio del loro Ministero della Cultura. Per loro il Carnevale è soprattutto arte di strada e vorrebbero abbinarlo alla costruzione dei carri: si tratterebbe di proiettare filmati delle nostre sfilate nelle scuole superiori dedicate all’arte e nei vari Carnival Centres.”

E, strano a dirsi, Viareggio e l’isola di Wight hanno molto in comune. “Quello di Ryde è un carnevale vecchio come il nostro e, anzi, è il più antico d’Inghilterra. E la città ricorda, per certi aspetti, proprio Viareggio. Anche se non hanno dei viali a mare come i nostri.”

Il progetto, secondo Cinquini, potrebbe concretizzarsi realmente. “Se lo impostano loro andrà in porto: riuscirebbero a finanziarlo con i fondi europei, perché i loro progetti sono sempre fatti bene e l’Ue non dice mai di no perché è molto forte una componente sociale in queste iniziative.

Foto Vladimiro Picchi

“In Inghilterra i carnevali stanno in piedi perché sono tutti corsi di aggiornamento per chi vuole impararne l’arte: se sei disoccupato e vuoi qualche soldo in più, oltre al sussidio di disoccupazione, fai corsi per apprendere questa arte di strada. E il Ministero della Cultura finanzia questi progetti.”

Ma il Carnevale di Viareggio potrebbe raggiungere terre ancor più inesplorate: “Sì, c’è la possibilità di andare a realizzare carri in Botswana, nell’Africa meridionale: laggiù hanno visto i nostri carri grazie ad internet e sono rimasti affascinati. E il punto di aggancio sarebbe ancora Chris Slann. Sarebbe un ottimo presidente della Fondazione Carnevale: come trova i soldi lui…”

Magari il futuro numero uno di Palazzo delle Muse potrà farsi dire come fare a ricevere tutti questi finanziamenti dall’Ue: “Dobbiamo aprirci al mondo che ci circonda: ovunque andiamo veniamo rispettati. In passato c’è stata un’eccessiva chiusura e forse sarà per questo che il Carnevale viene, ingiustamente, etichettato come una sagra di paese dagli stessi viareggini.” Già.

@GorskiPark

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