VIAREGGIO. “Il 25 Marzo è iniziata l’udienza preliminare che tanto aspettavamo e che dovrebbe terminare il primo Luglio. Questo periodo è così importante perché il giudice deciderà chi dovrà affrontare un giusto processo per le responsabilità di questa strage. E al processo non dovrà esserci solo l’ultima ruota del carro ma i vertici, chi comanda, chi decide”.

Queste le parole di Daniela Rombi, mamma di Emanuela Menichetti, una delle vittime della strage  e presidente dell’associazione “Il Mondo che vorrei” pronunciate sul palco allestito davanti alla Pam.

“In noi familiari sono nati e ogni giorno si dibattono due sentimenti molto forti: di notte abbiamo gli incubi e di giorno siamo a combattere nelle aule dei tribunali. La rabbia che ci attanaglia la gola ogni volta che dagli avvocati degli imputati sentiamo falsità enormi, offese gratuite nei confronti dei nostri cari che non ci sono più.

“Di che cacchio stanno parlando” o “ Questo procedimento è fin troppo facile” o ancora “Una velocità più bassa è più pericolosa di un’alta velocità”. Ma chi di voi insegna a vostro figlio che andare forte è meglio che andare piano?

Noi familiari ci guardiamo allibiti, ma di che cosa stanno parlando loro? Noi abbiamo i figli morti. C’è una città intera che pretende giustizia, verità, sicurezza, 117 parti civili che si sono schierate a fianco di Viareggio. Di questo noi stiamo parlando…

C’è Riccardo che è stato licenziato per la battaglia al nostro fianco e noi combatteremo insieme a lui.

Un altro sentimento che in questi giorni ci sentiamo dentro è la speranza che dopo il 31 luglio potremmo pensare ad un processo degno della morte che amministratori, dirigenti, responsabili che hanno seminato con coscienza e determinazione. E questo lo dico perché lo dicono loro quando affermano che costa meno pagare assicurazioni piuttosto che investire in sicurezza o quando investono nell’alta velocità piuttosto che nella manutenzione. Loro sono consapevoli di questo incidente e lo hanno lasciato accadere. Tutto questo è dimostrato dagli incidente che sempre succedono, lo dimostrano i 29 operai morti dal 2007 a oggi sui binari dei treni.

La nostra speranza è fatta da tanti pezzi di questa lunga storia e da tante persone.

Alcuni giorni fa è stata depositata agli atti l’ultima parte della relazione della Commissione investigativa del Ministero dei Trasporti e per noi è stata una ventata d’ossigeno perché le conclusioni della relazione sono le stesse a cui sono giunti la Procura e il nostro consulente, cioè un maledetto picchetto ha tranciato la cisterna.

Perché dove corre l’alta velocità i picchetti non ci sono? Perché dove corre l’alta velocità hanno l’antisvio e dove corrono i treni bomba no? Perché dobbiamo essere sempre gli ultimi? Ma hanno sbagliato città…

Pensavano di aver a che fare con degli sprovveduti ma non è così perché noi come voi ci siamo e ci saremo sempre fino in fondo.

Abbiamo bisogno di voi, di ognuno di voi, di un vostro abbraccio, di una vostra parola. Viareggio è sfinita ma non molla”.

 

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