VIAREGGIO. “È di questi giorni – scrive in un comunicato il Coordinamento Movimento Cittadini per Viareggio e Torre del Lago, Gabriele Chelini – la missiva con cui i residenti della Darsena sollecitano il Sindaco a prendere posizione in merito alla storia infinita dell’asse di penetrazione che ormai da decenni accompagna e ammorba tutte le diatribe politiche locali in modo decisamente bipartisan. Leggiamo su questa missiva che il comitato critica la posizione di Betti riguardo al referendum: cito testualmente “… l’idea di proporre un referendum sul tracciato del terzo lotto dell’asse che coinvolge l’intera città è la cosa più assurda che si possa fare”. E il comitato premette all’inizio che la Darsena è uno dei quartieri in cui la sinistra è più forte. Ora al di là del colore della Darsena, mi chiedo e chiedo ai sottoscrittori pro-Betti se avevano le idee chiare prima di propendere per lo stesso durante la tornata elettorale amministrativa scorsa. Infatti lui è sempre stato molto chiaro dicendo che l’asse di penetrazione, il suo terzo lotto, sarebbe passato dove avrebbero deciso i cittadini con referendum. E soprattutto è sempre stato chiaro mentendo sapendo di mentire, dato che attualmente il referendum non può essere fatto in tempi brevi, mancando il suo regolamento attuativo che deve essere votato con maggioranza qualificata del Consiglio Comunale. Aveva previsto i tempi lunghi e dunque il blocco decisionale in merito all’asse. Ritengo che gli interessi in gioco siano talmente importanti e spesso in contrasto tra loro che nessuno ha voglia di decidere, tanto più una giunta che appare già dall’inizio in evidente difficoltà. Il problema è uno solo: non si riesce a far partire Viareggio in nessun modo: l’asse non è la panacea ai nostri mali ma un contributo allo sviluppo futuro quello si; valorizzare l’area portuale sud attraverso una viabilità degna del capoluogo mondiale della nautica, rivedere la destinazione delle aree portuali del famigerato “bozzone” e del mai nato mercato ittico (ma c’è ancora pesce qui davanti?), aprire le porte a capitali privati per la ricostruzione di una città morta di morte dolorosa. Penso sempre alla via Coppino, che alle 7.30 del mattino non brulica più di operai come una volta, penso all’economia locale che si basa per la maggior parte sulla nautica, ai cassaintegrati, alle ditte artigiane, all’indotto. Mi chiedo Betti ci pensa? E la Darsena che ora gli scrive ci pensa? Perché se questa lo ha votato, non si lamenti ora: chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

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ultimo aggiornamento: 23-07-2013


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