VIAREGGIO. “Mi sembra grave che lei imputi a singoli l’organizzazione e la riuscita della manifestazione quando è stata una protesta spontanea e dunque nata dal cuore stesso della città che governa. E’ molto facile dare la ‘colpa’ a una persona o due e evitare di rendersi conto che l’iniziativa ha deluso e fatto arrabbiare una parte della città. Una parte della città che certo non si sarebbe aspettata proprio da un sindaco di centrosinistra una scelta così ‘reazionaria’ come chiudere il tratto centrale di una pista ciclabile. Un sindaco che nel suo programma elettorale scriveva che ‘dobbiamo offrire alternative per ridurre il traffico veicolare”. Lo scrive Rossella Martina, accusata, assieme agli altri partecipanti alla manifestazione di ieri, di maleducazione dallo stesso sindaco di Viareggio.

” L’insensibilità e diciamo anche la tracotanza direi che dovrebbe essere attribuita – scrive Martina – a chi si insedia per governare una città e emana un’ordinanza come quella di Via Fratti. Stop alle bici proprio davanti a casa sua! Ma anche solo per questo motivo non avrebbe mai dovuto farlo se non dopo aver sentito i cittadini, gli abitanti, i commercianti e avere comunque indetto una di quelle iniziative di “democrazia partecipata” di cui tanto si è parlato in campagna elettorale”

“Se non l’aveva notato, la manifestazione si è soffermata per alcuni minuti sotto casa sua perché si trova nel percorso da lei vietato alle biciclette. Ma anche questa è una cosa che al “re nudo” non piace sentir dire e naturalmente, se conosce la favola, gli scudieri si guardano bene dal farglielo notare. Visto che mi chiama in causa come “capeggiante” la manifestazione, sono costretta a risponderle anche personalmente. Non ho né organizzato né capeggiato la manifestazione, ho solo partecipato. Capisco, come detto, che per lei e per i suoi sia più comodo rifarsela con una o due persone ma ancora una volta è in errore. Ne ho letto su Facebook, sul gruppo V2.O e ho aderito con entusiasmo avendo nei giorni precedenti criticato a più riprese la chiusura della strada. L’ho anche invitata gentilmente a ripensarci confidando nella sua capacità di riconoscere un errore. Purtroppo la sua reazione nei confronti della manifestazione di ieri svela quanto mi sia illusa. Detto questo le ricordo che come consigliere comunale non divento automaticamente una non-cittadina ma al contrario sono lì, in Consiglio, perché votata e incaricata da un certo numero di cittadini di rappresentarli. E poiché non appartengo a un partito ma a un movimento civico, non vedo come si può parlare di strumentalizzazione politica a meno che, ancora una volta, non si voglia nascondere al re che se ne va in giro senza vestiti”.

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