FIRENZE. “Escludo recisamente ogni relazione tra la trasfusione errata e la morte della signora, avvenuta oltre un mese e mezzo dopo”. Il professor Alberto Bosi, ordinario di malattie del sangue dell’Università di Firenze, interviene sulla vicenda della signora di Seravezza, che il 26 giugno scorso aveva ricevuto una trasfusione di una sacca di sangue non destinata a lei, all’ospedale Versilia.

La signora è morta il 13 agosto scorso, dopo che aveva fatto da tempo ritorno a casa (era stata dimessa dall’ospedale pochi giorni dopo la trasfusione) e aveva proseguito la terapia in regime di day hospital. “Confermo tutto quanto già emerso dalla relazione della Asl di Viareggio – dichiara l’ematologo – Le reazioni da errata trasfusione hanno conseguenze solo nell’immediato decorso clinico. Un eventuale peggioramento delle condizioni della signora in seguito all’errore trasfusionale avrebbe avuto senso solo nelle prime 48 ore: è da escludere quindi che l’errata trasfusione sia stata la causa del decesso della signora”.

“Esprimo ai familiari della signora di Seravezza tutta la mia solidarietà e vicinanza per la morte della loro congiunta – dice l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni -, ma per evitare un’interpretazione infondata dei fatti, tengo a precisare che non può esserci alcun nesso tra la trasfusione errata ricevuta il 26 giugno dalla signora all’ospedale della Versilia e la sua morte, avvenuta il 13 agosto scorso. Lo ha chiarito la direzione della Asl 12 di Viareggio, e lo conferma ora anche un esperto ematologo come il professor Alberto Bosi”.

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