VIAREGGIO. Un delegazione irachena, costituita da funzionari amministrativi di alto livello e di docenti universitari, ha fatto visita nella giornata di oggi al Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli; ad accompagnare i partecipanti all’iniziativa, che si inserisce nell’ambito di un progetto di cooperazione con l’Università di Firenze finalizzato alla istituzione di parchi in Iraq, sono stati il Direttore dell’Ente Parco, Andrea Gennai, e Leonardo Conti, ricercatore presso il GESAAF (Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali) dell’Università di Firenze, insieme a tecnici e guardie dell’Ente Parco e al personale dedito alla gestione della Tenuta di San Rossore.

Dopo un’ampia introduzione sui temi all’ordine del giorno della gestione dell’Ente Parco e una presentazione di alcuni di essi “sul campo”, la giornata ha previsto una sosta nella zona meridionale della Tenuta di San Rossore, dove nel periodo delle migrazioni si concentra una incredibile quantità di specie di avifauna provenienti da varie parti del globo terrestre, e alla Villa e alla spiaggia del Gombo, mentre nel pomeriggio la comitiva si è spostata in un altro punto di interesse del Parco, la Riserva naturale del Chiarone, nell’area del Massaciuccoli, per studiare le infrastrutture palustri e altre opere a basso impatto ambientale (passerelle, camminamenti, piccole costruzioni per il bird-watching, etc.) che possono avere risvolti positivi in termini turistici.

Gli ospiti mediorientali – due membri del governatorato di Bassora e due professoresse universitarie della facoltà di agraria dell’Università di Bassora – si sono mostrati particolarmente interessati, oltre che alle iniziative dell’Ente Parco per la conservazione degli habitat naturali dell’area protetta e alla gestione delle aree umide, anche in riferimento al rapporto tra uomo e ambiente e alle tematiche turistiche, agli aspetti di pianificazione e di regolamentazione: in tale direzione si muove infatti la realtà irachena, attualmente rappresentata da un sito di importanza internazionale, denominato “Paludi di Al-Hawizeh”, protetto dal 2008 dalla Convenzione di Ramsar.

Tale vasta zona, che si trova al confine con l’Iran ed è delimitata dal fiume Tigri e dal fiume Karkheh, è rifugio di varie specie animali ed è particolarmente importante per la conservazione di specie vegetali e animali con cui recuperare e ripopolare le altre paludi mesopotamiche, che insieme ad essa, nel corso degli anni Novanta del Novecento, sono finite in gran parte prosciugate per le politiche del regime volte a sfavorire la popolazione sciita del sud del paese. Eppure, a causa delle conseguenze di due anni di siccità nel 2008 e 2009, e del completamento di una diga lungo il confine tra Iran e Iraq, la zona delle Paludi di Al-Hawizeh è attualmente pari a circa il 50% della sua estensione nel 2008, e i programmi futuri di sviluppo dell’attività estrattiva petrolifera nelle aree circostanti minacciano di influenzare l’ambiente naturale e ostacolare il ripristino delle zone umide.

In un simile contesto ha assunto particolare rilievo la recente decisione del governo di approvare la designazione del primo parco nazionale del paese, anche se in Iraq non esiste ancora una legislazione di riferimento: per questo, da fine settembre, il gruppo di studiosi sta seguendo a Firenze il corso di formazione “Pianificazione e gestione di aree protette per lo sviluppo territoriale in zona palustre”, che il GESAAF sta conducendo per conto del Ministero degli affari esteri nell’ambito di un più vasto progetto di cooperazione internazionale, e che ha appunto lo scopo di formare esperti con funzioni dirigenziali nella organizzazione e nella gestione di tale settore.

 

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