Sesto appuntamento con DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini. Oggi ci parla della cosiddetta sindrome da spogliatoio: le dimensioni del pene, contano davvero così tanto?

 

Un argomento che spesso fa sorridere, che sembrerebbe più materia di barzellette che di altro, sul quale spesso si ammicca sussurrando (anche tra signore..), ma che in realtà segna l’adolescenza (e non solo!) di tanti maschietti:  LE “SUE” DIMENSIONI!

Tutti gli uomini, almeno una volta nella vita, si sono domandati se la lunghezza del loro pene rientrava o meno nella norma. Tra questi molti hanno sottovalutato le proprie potenzialità. A dirlo è uno studio dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti. La ricerca ha infatti rivelato che sul totale degli uomini presi in esame il 26% considerava le dimensioni del pene come inferiori alla media, mentre, in realtà, solo il 5% aveva realmente ragione di preoccuparsi.

Ed in effetti, devo dire, come anche nella mia personale esperienza la percentuale dei pazienti che nell’ambulatorio andrologico, in maniera magari anche indiretta, chiede rassicurazioni sulle proprie dimensioni si aggira almeno attorno al 10%. Un’altra ricerca, svolta dall’Università di Saskatchewan in Canada, ha rilevato come l’86% degli uomini ha visto sparire i propri timori circa le dimensioni, una volta compreso quale era il modo giusto per valutarlo e misurarlo.

Intanto un breve accenno sull’anatomia del pene: Il pene è costituito da una parte cilindroide, il corpo, e da una parte conoide, il glande. La struttura principale di entrambi è di tipo vascolare, ovvero è una rete di vasi ampiamente comunicanti tra loro in cui il volume di sangue e la rigidità della guaina di rivestimento sono le condizioni fondamentali per il raggiungimento dell’erezione. Il corpo presenta due cilindri laterali, i corpi cavernosi, avvolti da una guaina di tessuto fibroso poco elastico, la tunica albuginea, e un cilindro mediano ventrale, il corpo spongioso, in cui trova posto l’uretra peniena o spongiosa. I corpi cavernosi sono gli elementi erettili, l’uretra è il canale per l’emissione dell’urina, pertanto connesso alla vescica, e dello sperma, pertanto connesso ai dotti ejaculatori che raccolgono lo sperma dalla prostata, dalle vescicole seminali e dai testicoli. La cute, con caratteri di elevata elasticità, riveste tutto il corpo al terzo distale (quasi al glande) si ripiega formando il prepuzio che ricopre più o meno completamente il glande e al cui vertice è connesso ventralmente dal frenulo o filetto.

Ed ora che sappiamo come è fatto, come prendere le misure? Semplicemente con il pene in stato di erezione e, usando un normale righello, va posto alla base (osso pubico) e misurato fino alla punta. Tuttavia quelle appena descritte non sono però le uniche dimensioni che contano: sono importanti anche la circonferenza, misurata alla base del pene, e l’angolo di erezione. Quest’ultimo ricopre un ruolo di primo piano nel piacere femminile. Si tratta dell’angolo che si forma tra l’addome e il glande.

Va anche detto che le dimensioni cambiano anche durante la stessa erezione, anche di 1-2 centimetri. Ciò dipende soprattutto dal glande, che ha un suo corpo cavernoso (il corpo spongioso) più lento e meno efficiente degli altri due corpi cavernosi del pene. Molti uomini raggiungono infatti la

foto by http://www.flickr.com/photos/manel/
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massima erezione proprio al momento dell’orgasmo, quando il glande e gonfio e turgido. Ed è a ben pensarci, giusto che sia cosi: all’inizio della penetrazione il glande deve essere morbido per non far male, solo alla fine, quando la vagina è pienamente lubrificata e ingrandita, anche il glande può gonfiarsi al massimo. Inoltre, il fatto stesso di misurarsi riduce inevitabilmente l’erezione, e quindi la lunghezza viene sottostimata. Per questo i medici fanno le loro misurazioni in condizioni di riposo, facendo perno sull’addome, alla radice del pene, prendendolo poi per il glande e stirandolo il più possibile in lunghezza. Inoltre, a riposo, le dimensioni variano anche secondo il grado di contrazione dei muscoli lisci situati all’interno dei corpi cavernosi, in relazione alla temperatura, allo stress o all’eccitazione.

Una curiosità: le dimensioni dell’organo in erezione non sono proporzionali alle dimensioni a riposo. Un pene apparentemente piccolo, in erezione, acquista più centimetri d’uno vistoso. Per la precisione: il pene medio acquista in erezione il 30/35 per cento di lunghezza, quello lungo il 10/15 per cento.

Standard medi. Ora che conoscete le misure esatte del vostro pene potete confrontarle con le medie mondiali. La lunghezza media di un pene a riposo è di 8,71 cm. La lunghezza in erezione è di 12,77 cm, in un 1 uomo su 4 è di 15,2. La circonferenza, misurata nella parte media è di 11 centimetri L’angolo di erezione di 105,7 gradi.

foto by http://www.flickr.com/photos/nerelorco/
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L’ultimo studio in ordine di tempo arriva da Hong Kong, dove Chan Lung-wai, direttore del Centro di Urologia dell’Union Hospital di Hong Kong, ha passato cinque mesi, con l’aiuto del suo staff, a misurare le dimensioni del pene dei cinesi tra i 23 e 93 anni. Poi ha comparato i dati con quelli di ricerche simili effettuate in altri paesi del mondo. Risultato: la lunghezza media del pene cinese in posizione di riposo è di 8,46 centimetri, piazzandosi nel mezzo di un gruppo formato dai tedeschi (8,6), israeliani (8,3), turchi (7,8) e filippini (7,35). Nelle posizioni più alte della graduatoria troviamo gli americani con 8,8 centimetri ma gli incontrastati dominatori saremmo noi italiani, con 9 centimetri di lunghezza media. Attenzione ai festeggiamenti! La ricerca cinese parla di dimensioni “a riposo” in altri studi la misurazione in erezione pur dandoci un bel terzo posto vede sul podio, in Europa, i francesi e gli ungheresi… Se poi passiamo a livello mondiale, sempre in erezione, in testa ci sarebbe l’africa equatoriale.

Ma, insomma, le dimensioni contano? Sempre secondo il Kinsey Institute for Sex Research i centimetri in più o in meno non incidono minimamente sul coito, per il semplice fatto che la vagina è un organo dotato di pareti flessibilissime in grado di adattarsi di conseguenza, aderendo perfettamente a qualsiasi pene (quali che siano le sue dimensioni). A differenza di quanto si crede, la penetrazione profonda durante il coito non è in assoluto quella che porta la partner all’orgasmo. La vagina, per almeno due terzi della lunghezza, non e’ un organo molto innervato: se fosse ricco di terminazioni nervose, come per esempio il clitoride, durante il parto il dolore sarebbe insopportabile. Soltanto nell’ultimo terzo, ossia nel tratto più esterno, la vagina diventa molto sensibile. I sessuologi consigliano agli uomini una penetrazione lieve, con poco arretramento e avanzamento del pene nel canale vaginale, anzichè spinte molto profonde.

Nonostante le rassicurazioni degli esperti, i maschi scontenti delle loro dimensioni sono tanti. Secondo un sondaggio effettuato negli Stati Uniti, il 62 per cento dei giovani americani si accontenterebbe di un altezza di un metro e 65 in cambio di un pene che si allungasse fino a 17,5 centimetri. Solo il 36 per cento preferirebbe un’altezza di due metri con un pene che raggiungesse i 7,5 centimetri.

Curiosità. Secondo il Kinsey Institute of Research il pene eretto più lungo che sia mai stato registrato misurava 35 centimetri, mentre il membro più piccolo mai registrato e perfettamente funzionante misurava un centimetro e mezzo! Un americano insoddisfatto arrivò a porre a “Mens’health” la seguente domanda: «Perché il pene dei pornodivi ha le dimensioni di un enorme hot-dog?». Spiegazione dei cameraman intervistati sull’argomento: la telecamera fa sembrare ogni cosa più grossa, regalando al pene un paio di centimetri di lunghezza. Oltretutto i pornoattori prima di cominciare le riprese si fanno la messa in piega ai peli publici (per dare più volume) e si gonfiano il sesso con una pompa che richiama sangue nei corpi cavernosi del pene.

Se nonostante tutto siete ancora sconfortati dalle vostre dimensioni, ricordate che l’unione fa la forza. Perciò procuratevi una copia della “Small Gazette: The Smaller Man’s Forum”, il quadrimestrale dei soci di un club americano per uomini col pene piccolo. L’ha fondato nel 1986 un mister J. che ha spiegato alla scrittrice Maggie Paley: «L’idea mi è venuta perché ero consapevole che il mio pene non fosse un granchè, ed ero certo che in giro ci fossero altri uomini con angosce simili alle mie».

La Lifestyles Condom, un’azienda statunitense che produce profilattici, ha misurato gli attributi (in erezione) a 300 ragazzi delle scuole superiori: un pene medio misura 14,927 cm di lunghezza per 12,628 di circonferenza. «tanta precisione è frutto di un approccio scrupoloso», hanno spiegato i ricercatori. «Ognuno dei partecipanti veniva fatto entrare in un luogo appartato, dove due infermiere in camice e guanti di gomma gli misuravano il pene».

Cosa dice la scienza! Nel corso degli ultimi sette-nove milioni di anni il pene umano è diventato circa quattro volte più grande. Un aumento di taglia ancora più straordinario di quello conosciuto dal cervello. Ci deve dunque essere stata una ragione veramente speciale. Questa ragione, però, è ancora un mistero, sul quale si fanno per il momento solo ipotesi. Innanzi tutto, sgombriamo il campo dalla più ovvia e citata delle spiegazioni proposte: non è affatto detto che un uomo più dotato può soddisfare meglio una donna. Per far raggiungere l’orgasmo basta un pene lungo otto centimetri. Una ricerca dell’ Università dell’ Aquila e della Sapienza di Roma, pubblicata sulla rivista medica “Urology”, dimostra che nella vagina ci sono gli stessi traduttori dell’eccitazione presenti nei corpi cavernosi maschili: nitrossido sintetasi e fosfodiesterasi (vi ricordate le precedenti puntate sul viagra?). E che questi enzimi sono concentrati proprio nel primo terzo della vagina. Senza contare che un membro molto grosso, usato con troppa foga, può risultare troppo fastidioso perché causa lo stiramento dei legamenti rotondi, sorta di cordicelle non elastiche che trattengono l’utero».

foto by http://www.flickr.com/photos/janadrian/
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 Conclusioni. E’ quindi a tutti chiaro come le dimensioni del pene non influenzerebbero ne la virilità, ne la sessualità. Tuttavia gli uomini sono spesso preoccupati, se non addirittura complessati, per le dimensioni del loro pene, soprattutto a riposo, poiché temono la reazione delle partner o anche degli altri uomini in situazioni di nudità (la… Sindrome da spogliatoio…). È questa insicurezza che ingenerando in alcuni timidezza o imbarazzo può magari tradursi in “goffaggine” durante il rapporto. Molti uomini ritengono, spesso sbagliando, di avere un pene piccolo e che aumentarne le dimensioni possa renderli più esperti e desiderati durante i rapporti. Peccato che quando si ha a che fare con l’altra metà del cielo le fantasie, i desideri, l’attrazione siano ben altra cosa che non un.. righello (della differenza tra fantasie sessuali maschili e femminili parleremo presto in un altra puntata della nostra Rubrica, e saranno sorprese!).

A questo punto dovremmo aver tutti “ridimensionato” l’importanza delle dimensioni, ma siccome, come dice il simpaticissimo Robin Williams, “Dio ha dato agli uomini sia un pene sia un cervello, ma non abbastanza sangue per poterli irrorare entrambi contemporaneamente…” saranno ancora molti i preoccupati del sul SUO volume. Per costoro (e sopratutto per colore che ne hanno davvero necessità) la Medicina ha in effetti qualcosa di proporre in termini di cura. Ma di queste cure, sfatando leggende ed imbrogli che nel campo dell’ allungamento del pene sono frequenti e persino pericolosi, ne parleremo nella prossima puntata.

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Il DR. Luca lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzi:[email protected]

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