Sesso e Coronavirus: la crisi della coppia durante il “coprifuoco”. Come provare a gestire (se ci si fa) conflitti e desiderio
Prosegue il lookdown. Inglesismo sopraffino che si traduce in un ben più prosaico “confinamento” …in cella, …in carcere di massima sicurezza (lookdown high-security prison or detention center). E ci siam già detti tutto…
E pur incrociando le dita per un veloce ritorno ad una qualche forma di normalità, per ora continuiamo a fare i bravi e restiamo ancora in casa magari proseguendo a leggere la nostra Rubrica di Urologia, Andrologia e Sessuologia. Sempre con sorridente scientificità.
La volta scorsa abbiamo parlato delle potenzialità positive, in queste folli settimane, di riscoperta della complicità di coppia… sopra e sotto le lenzuola.
Ma come trascurar l’altra faccia della medaglia, il lato oscura della luna: i guai di coppia per questa forzata convivenza.
A cose, diciamo normali, ogni coppia (felice o infelice non importa) sopravvive a modo suo, che poi, se proprio vogliamo, è il modo di tutte. Le variabili sono sempre più o meno le stesse: la distanza, il lavoro, le distrazioni, gli amici, e perfin… l’amante. Non necessariamente in quest’ordine né obbligatoriamente fermandosi in tutte le tappe. Ma certo una coppia oggi, non è, ne potrebbe essere, quella di un secolo fa, con moglie in casa ad accudire i figli e marito al lavoro, in genere sempre nello stesso posto, con gli stessi orari. Oggi la coppia è “liquida”, come d’altronde tutta la società. Con mille forze centrifughe ed una grande forza centripeta che è l’amore, l’affetto, il desiderio all’ interno della coppia.
L’emergenza sanitaria ha invece rivoluzionato tutto.
Niente più “parte ludico\distraente” fuori casa.
Dicevamo sopra come nel mondo pre-Covid la coppia vivesse anche di distanza, lavoro, distrazioni, amici, amanti (quando c’erano).
Ma ora tutto è cambiato, sconvolto:
Distanze? Ma dove? Uno in cucina uno in balcone?
Lavoro? Per chi ancora ce l’ha, è fatto di fatica e timori (e non mi riferisco solo a chi, come il sottoscritto, va ogni giorno in prima linea, in ospedale)
Le distrazioni? Al massimo la scelta di un canale o l’altro in TV.
Gli amici? FINISH! SE va bene un aperitivo virtuale in video-chiamata.
L’Amante? Rischi 500 euro di multa…
Insomma spazzati via tutti gli orpelli, fronzoli o artifici. resta solo il nucleo, l’essenzialità:
LA COPPIA, DA SOLA.
Una coppia che, isolata o quasi, è obbligata a ri-frequentarsi. A ri-confrontarsi. A, se ci riesce, a ri-amarsi. Senza possibilità di dilazioni, rinvii, distrazioni.
Così accade che una coppia dove, prima, la cose filavano abbastanza lisce: sesso accettabile, dialogo quando possibile, liti tutto sommato rare e rapide da smaltire. Si è ritrovata blindata in casa, magari con un paio di figli (e la nonna che “poverina è da sola, mica possiamo lasciarla là a casa sua, tanto è per pochi giorni” …). Tutti insieme appassionatamente, in tre locali magari senza balcone. 24 ore su 24. Con i bambini bisticcianti e la suocera\suocero\nonna\nonno (ecc), a cui sulla carta tutti, ma proprio tutti, voglion un gran bene bene, ma che è sempre tra i piedi con le sue fragilità e caratterialità condite con le immancabili frecciatine che contribuiscono ad una sottile tensione che fa da sfondo a tquesta vita agli arresti domiciliari.
Risultato: musi lunghi anche nella coppia. Ormoni sotto i piedi con “Zero voglia” e… “Sesso in quarantena” a data da destinarsi, in attesa, magari, di specifica ordinanza Governativa (tanto ora ci regolan tutto…).
Insomma una COPPIA IN CRISI dove la convivenza forzata, la paura e l’insicurezza sul futuro rischiano di avere la meglio sulla intimità, oggi violata.
Non a caso dal primo focolaio dell’epidemia giungono dati preoccupanti: a Dazhou, nella provincia del Sichuan, nella Cina sudoccidentale, a fine quarantena sono centinaia le coppie hanno fissato un appuntamento con un consulente matrimoniale per divorziare. Un’altra città, Fuzhou, nella provincia del Fujian è stata così sopraffatta dalle richieste che hanno fissato un limite al numero di divorzi consentiti ogni giorno, cioè dieci, per non oberare gli uffici competenti
Ovviamente, se tutte, davvero tutte, le coppie saranno messe alla prova. Gli scenari cambiano a seconda della situazione di partenza:
- Ci sono le “collaudate”, quelle che nella quotidianità sapevano già ritagliarsi i loro spazi e li progettavano. Queste si troveranno a sottolineare ancora di più l’importanza della condivisione. Avranno una testimonianza ulteriore della loro voglia di stare insieme e dell’esigenza di darsi un tempo di qualità più che di quantità. Naturalmente sia sopra che sotto le… lenzuola.
- All’estremo opposto troviam le coppie che erano già “al capolinea”, o che, addirittura, coppia non lo sono mai state. Coinquilini, piuttosto. Questo periodo sarà servito a prenderne maggiore consapevolezza della fine del loro rapporto. Certo per loro questi giorni saranno di particolare fatica ma almeno permetteranno di darsi il coraggio per ammettere che il loro rapporto era già finito.
- Poi c’è il “grande centro”: tutte quelle innumerevoli coppie a “media conflittualità”, spesso in disaccordo nella routine ma che nel tempo sono state in grado, quasi sempre, di trovare compromessi accettabili. Sono le coppie che devono ritrovare la motivazione a stare insieme e questo periodo, pur nelle mille fatiche, potrebbe offrire loro un’occasione davvero unica per farlo. Lookdown come una sorta inizio di terapia di coppia.
Soprattutto per quest’ultimo gruppo, ma poi in fondo un po’ per tutti, qualche raccomandazione, semi-pratica, semi-seria, proviamo a darla: CARE COPPIE CURATE GLI:
- SPAZI GEOGRAFICI. Tra chi alza confini invalicabili casalinghi (chiudersi in una stanza e riemergere giusto a pranzo e cena, dove poi magari ci scappa il litigio) e chi rimescola doveri e chiacchiere in un continuativo caos babelico, troviamo una prudente via di mezzo. Non è facile ma dobbiamo sforzarci di creare confini flessibili. Evitiamo di fiondarci verbalmente verso l’atro, piuttosto mettiamoci d’accordo per una pausa caffè, magari usando qualche messaggino scherzoso\stuzzicante da inviarsi per a breve-brevissima distanza. Modello amanti finto-clandestini.
- SPAZI DI ATTIVITA’. Proviamo a mutuar qualcosina dal tanto strombazzato modello imprenditoriale dello Smart working (e dagliele con gli inglesismi…): suddividiamoci i compiti casalinghi, solo apparentemente banali: buttare i rifiuti, fare la spesa, riordinare gli armadi, pulire per terra, preparar cena, rifar i letti, ecc. Così magari ci si aiuta senza pestarci troppo i piedi…
- SPAZI RELAZIONALI. Se uno nella coppia è ottimista paradisiaco del tipo “è solo un’influenza, la cura è dietro l’angolo” mentre l’altro è un pessimista cosmico del tipo “moriremo tutti lasciati soli in una corsia d’ospedale, ne sopravvivrà uno solo: e non sarò io”. Sarà bene sforzarsi di ricordarsi del mito di “Icaro e Dedalo” ovvero non va bene andare troppo verso il sole facendo sciogliere le ali di cera, ma nemmeno andare troppo in basso rischiando di bagnarsi le piume delle ali e così precipitando egualmente. Nella coppia immersa in un momento di crisi (soprattutto esterno, come in questo caso) si deve accettare di essere oscillanti come su di una altalena (emotivo/razionale; pessimista/ottimista, lussurioso\svogliato…)”. Proprio come su un’altalena se ti trovi in alto spingi un po’ verso il basso e di rimando il partner scenderà quasi pari a te”. Ci vuole paziente, ed un pizzico di fatica. Ma può funzionare.
- SPAZI DI DESIDERIO. Vi sono coppie che hanno messo stop ai rapporti sessuali magari per evitare rischi di contagio. Una scusa, forse. Se è vero che la costrizione non aiuta a vivere con disinvoltura la sessualità, proviamo a liberarci dal pensiero della costrizione, almeno “a letto”.
Evitiamo di parlar sempre della crisi, dei problemi e proviamo a rispolverar ricordi piacevoli, e perché no, “stimolanti”. Evitare tutto ciò che apparteneva alla quotidianità aumenta il desiderio. È come spostare la Nutella al bambino: la si rende immediatamente oggetto del desiderio. Se questo desiderio diventa frustrazione per ciò che non si può avere, la crisi può davvero esplodere. Ma se questo desiderio si riversa sul partner allora potrebbero esser nuove scintille. E se poi il suo “LUI” ha qualche problemino (e qui si riaffaccia l’UROLOGO che è in me…) si può sempre ricorrere ad un aiutino dalla chimica. Una pasticchina presa in complicità può contribuire la ritrovato gioco di coppia.
L’AFORISMA (musicalmente arrangiato) DEL GIORNO: “la quarantena no, non l’avevo considerata, d’accordo ci proverò..,” il grande Renato mi perdonerà…
Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia. Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italiana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzo: [email protected]