FIRENZE. Addio al sogno di una casa di proprietà per oltre 24mila famiglie attualmente residenti negli alloggi Erp della Toscana: la proposta di legge che avrebbe permesso una rapida alienazione di circa la metà delle case popolari (49264 alloggi), nonostante fosse stata condivisa da maggioranza e opposizione, è stata bloccata a causa del veto posto dall’assessore Salvatore Allocca e dalla sua forza politica, che ha proposto l’inserimento di un emendamento che di fatto limita la possibilità di vendita ad un numero non superiore agli immobili costruiti nell’anno precedente. Richiesta, quella dell’assessore, a cui la maggioranza si è supinamente accodata.

«Anziché permettere a migliaia di famiglie toscane di coronare il sogno di avere una casa di proprietà, favorendone il riscatto sociale, la sinistra ha preferito lasciare praticamente immutato la situazione, rispondendo ai suoi bisogni politici invece che a quelli degli inquilini», attacca il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale Giovanni Santini, componente della sottocommissione incaricata di redigere una proposta di legge in grado di sbloccare uno stallo datato 2009.

Risale ad allora, infatti, la legge regionale che sospende la vendita degli immobili Erp, approvata col fine ultimo di un complessivo riordino del settore. Riordino che ancora non è arrivato.

Per far fronte a questa stagnazione, nel 2011, il gruppo PdL avanzò una proposta di legge che aveva un duplice obiettivo: riaprire i vecchi piani di alienazione e prevedere un nuovo piano regionale, coinvolgendo i Comuni e dando loro la disponibilità della scelta degli alloggi alienabili.

(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

«Una proposta di buon senso – spiega Santini – ma che è come un sasso in uno stagno. La maggioranza ci chiede di metterla da parte e di condividere un iter per la stesura di una nuova legge. Circa un anno fa inizia il confronto con gli interlocutori tradizionali e i comitati degli inquilini. Ne emerge una situazione di degrado allarmante, causato dalla vetustà degli immobili e dalla scarsa manutenzione».

Nel giugno scorso parte il confronto in Commissione regionale Infrastrutture, all’interno della quale si forma un ristretto gruppo di lavoro – guidato da Paolo Bambagioni (Pd), Giuliano Fedeli (vicepresidente del Consiglio regionale) e Santini per l’opposizione – incaricato di scrivere la legge.

Le linee guida sono le seguenti: alienazione – con possibilità di rateizzazione – di un consistente numero di alloggi ad un prezzo adeguato alle esigenze degli inquilini e dell’ente proprietario; reinvestimento nella ricostruzione di nuove case popolari dell’intera somma ricavata dalla vendita.

«Con la nostra proposta 24mila famiglie che attualmente abitano negli alloggi ERP avrebbero avuto la possibilità di acquistare la casa a prezzi concordati; i soldi ricavati avrebbero innescato un circolo virtuoso che avrebbe permesso la costruzione di nuovi immobili, in grado di rispondere alla crescente domanda di case popolari, e la possibilità di lavoro per le imprese del territorio. Su questi punti si era trovato un accordo condiviso, saltato a causa del veto posto da Rifondazione comunista e dell’acquiescenza del Pd. Se migliaia di famiglie toscane vedono annullate le loro aspettative la responsabilità è solo del centrosinistra toscano», conclude Santini.

«Un’occasione persa per tutti. Solo a Firenze avremmo potuto soddisfare una domanda di alloggi pari a circa la metà di quelli attualmente locati. Oltre cinquemila famiglie avrebbero potuto raggiungere un obiettivo. Un sogno che si va a infrangere sul muro alzato dalla sinistra», incalza il consigliere regionale PdL Nicola Nascosti.

I dati sul patrimonio Erp

Toscana: 49.264 unità immobiliari, divisi in 11 Lode (le dieci province più Empoli)
Firenze 12.593,
Livorno 8.442,
Pisa 6.177,
Massa-Carrara 4.069,
Lucca 3.960,
Grosseto 3.227,
Arezzo 3.029,
Siena 2.489,
Pistoia 2.099,
Prato 1.706,
Empoli 1.473.

Quelli sfitti – manutenzione, disdetta del contratto, in demolizione o altre cause – sono 1.525. Il tasso di soddisfazione delle domande di alloggio – famiglie in possesso dei requisiti che ottengono la casa – è pari al 7,5% del totale.

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