VIAREGGIO. Un doppio vantaggio costruito con impressionante pragmatismo, poi sciupato con ingenuità e nuovamente ritrovato con encomiabile forza di volontà: il Milan crea e distrugge nella semifinale – anzi, semifinalissima – contro una bella Fiorentina e ora affronterà l’Anderlecht nella riedizione della finale di un anno fa.

Finalmente la gradinata tradizionalmente deserta nelle gare interne del Viareggio offre una suggestiva cornice di pubblico e le due squadre ripagano i rispettivi tifosi con uno spettacolo degno di una semifinale. Dopo la girata fulminea di Petagna in avvio la Fiorentina prende piano piano il controllo del campo: De Poli e Gondo sono i più pericolosi ma anche i più spreconi, soprattutto il centravanti africano che alza clamorosamente sopra la traversa da posizione favorevole.

Il Milan, zitto zitto, lascia sfogare l’avversario. E poi colpisce all’improvviso, proprio come l’allenatore Filippo Inzaghi ai tempi in cui vestiva la maglia rossonera. Barisic, spietato quanto lo era in area di rigore il suo tecnico, approfitta di una indecisione di Mancini e calcia verso il secondo palo, con Bardini che tocca ma non riesce a sventare la minaccia.

Il gol è una mazzata psicologica per la Fiorentina che, in evidente stato confusionale, incassa pure il raddoppio prima dell’intervallo: Calabria cede il pallone a Benedicic, il centrocampista sloveno controlla e con un tiraccio al volo fa secco Bardini sul primo palo.

Di fronte alla prevedibile sfuriata dei viola alla ricerca di un gol che rimetterebbe tutto in discussione, Inzaghi abbottona il centrocampo inserendo il figlio d’arte Pinato al posto di Bende Bende. Ma il suo portiere gli rovina i piani, non trattenendo una tiro ravvicinato di Empereur che Gondo corregge prontamente in rete. Gli va meglio tre minuti dopo, quando lo stesso Empereur sfiora la traversa su calcio da fermo. La rimonta è cosa fatta a metà frazione: l’area di rigore del Milan diventa affollata come Piazza Mazzini per l’apertura del Carnevale, nella mischia sbuca Fazzi che spara il pallone sotto la traversa.

I rossoneri, adesso, rischiano di rinunciare alla finale dopo averla avuta praticamente a portata di mano. Ma, proprio nelle battute conclusive, trovano la forza di riportarsi avanti: è Modic con una fucilata su punizione a regalare a compagni di squadra e tifosi un urlo di liberazione. Che poi diventa di gioia quando in pieno recupero Vido innesca un contropiede e Pinato lo finalizza per il quarto gol.

Il Milan arriva per il secondo anno consecutivo all’atto supremo del torneo e, dopo una serie negativa di sei sconfitte, torna a battere la Fiorentina in semifinale. Ora, o meglio, lunedì c’è una vendetta da completare dopo la batosta di dodici mesi fa.

FIORENTINA-MILAN 2-4

FIORENTINA (4-3-3): Bardini; Venuti, Mancini, Empereur, Zanon (43′ st Dabro); Capezzi (19′ st Costanzo), Petriccione, Bangu; De Poli (11′ st Gulin), Gondo, Fazzi. All. Semplici.

MILAN (4-3-1-2): Gori; Calabria, Pacifico, Simic (24′ st De Santis), Tamas; Mastalli, Modic, Benedicic (47′ st Iotti); Bende Bende (15′ st Pinato); Petagna (49′ st Fabbro), Barisic (28′ st Vido). All. Inzaghi.

Arbitro: Sacchi di Macerata (Fraschetti di Perugia e Raspollini di Livorno).

Reti: 30′ pt Barisic, 40′ pt Benedicic, 17′ st Gondo, 23′ st Fazzi, 41′ st Modic, 46′ st Pinato.

Note: angoli 8-2. Ammoniti: Tamas, Modic, Petriccione, Calabria, Empereur, Venuti, Petagna, Mancini. Recupero: pt 2′, st 4′.

(Ultimo aggiornamento ore 20:05)

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