VIAREGGIO. Luca Bertozzi è un artista talentuoso, oltre che un ragazzo umile e anche superstizioso. E, giustamente, si toccherà i cosiddetti. Però sembra ancora lui il favorito per la vittoria nelle mascherate di gruppo, categoria in cui ha già trionfato lo scorso anno, con il suo “Se ci credi…auguri!”.

La caduta del governo Letta in favore dell’ascesa a Palazzo Chigi di Matteo Renzi gli avrà forse rotto le uova nel paniere, ma la sua opera rimane di gran lunga quella che nel calcio sarebbe la “squadra da battere”: la somiglianza tra i politici rappresentati e la loro versione in carne e ossa non fa più notizia, aggiungeteci anche i movimenti delle renne e della slitta e alcuni particolari ben curati – vedi la peluria bianca sul vestito di Letta in versione Babbo Natale – ed ecco che Bertozzi può ancora puntare al successo.

In rampa di lancio anche i cattivi di “Noi non pettiniamo le bambole” di Libero Maggini: dal Pennywise di “It” a Montgomery Burns de “I Simpson”, da Crudelia Demon alla strega di “Biancaneve” si può apprezzare un ottimo lavoro. Fuori dai soliti canoni della mascherata di gruppo l’ “Omaggio al Signor G” di Roberto De Leo: i tratti somatici di Gaber si prestavano a essere caricaturizzati, la colonna sonora con i suoi brani più belli rende il quadro ancor più piacevole.

Satira azzeccata da Marzia Etna, in crescita nelle recenti edizioni: i suoi politici rappresentati come mongolfiere, o meglio, “Palloni gonfiati” piacciono per la somiglianza e per l’immediatezza del messaggio, che poi è quello che nel Carnevale fa la differenza. Molto esplicativo in tal senso, oltre che buono per il risultato finale, anche “L’Italia a rotoli” di Enrico Vannucci.

Niente satira politica, stavolta, per Giampiero Ghiselli che invece si affida all’intrigante connubio tra antico e futurista delle sue “Maschere ancestrali” che offrono sicuramente un bell’impatto cromatico. Più nostalgica e struggente, invece, la mascherata “Senza parole” di Adolfo Milazzo: i suoi volti bianchi che richiamano ai mimi teatrali e al cinema muto trasmettono un’idea di dolcezza.

Più indietro, invece, i “Voli pindarici” di Giorgio Bomberini – simpatici, comunque, alcuni giochi di parole – e le “Legittime aspirazioni” di Michele Canova che hanno il merito di farsi portavoce dei desideri nemmeno tanto reconditi di molti italiani sui mali che ci affliggono.

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ultimo aggiornamento: 16-02-2014


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