SERAVEZZA. “Inutile negarlo, come amministratori locali siamo molto preoccupati dagli effetti immediati e da quelli, possibili, futuri causati dalla recente approvazione, da parte della Giunta Regionale, della Bozza di Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico.” Lo scrive in una nota Ettore Neri, sindaco di Seravezza.

“Mi riferisco ovviamente al dibattito che si è scatenato immediatamente sul tema delle attività estrattive del lapideo e alla sopravvivenza di quel sistema industriale, artigiano e artistico che per secoli ha dato sostegno e vita alle economie apuane e che ha contribuito in modo decisivo alle definizione della Toscana come terra di artisti, scultori, architetti, ingegneri e urbanisti.

“Ad un primo, pur sommario, esame i documenti approvati dalla Giunta Regionale indicano una linea d’indirizzo strategica, condivisibile, che è quella della ricerca dell’equilibrio dei sistemi idrogeomorfologici, da perseguirsi anche mediante la compatibilità ambientale, idrogeologica e paesaggistica delle attività estrattive e degli interventi di ripristino, escludendo, laddove necessario, l’apertura di nuove attività estrattive e l’ampliamento di quelle esistenti.

“La Regione riserva, inoltre, ai propri uffici competenti, attraverso il parere di conformità al PIT con valenza di Piano paesaggistico, la supervisione preventiva sul rilascio delle autorizzazioni all’apertura di nuove attività estrattive, all’ampliamento dell’attività in essere, nonché al recupero ambientale e paesaggistico dei fronti di cava abbandonati e/o dismessi e con questo aggiunge se stessa al giudizio di Sovrintendenza, Arpat, Asl, Parco, Comune e alla Valutazione di Impatto Ambientale: alla faccia della semplificazione.

“Più rilevante e preoccupante ci sembra, invece, l’approccio rivolto dai documenti regionali alla riqualificazione delle aree interessate da attività estrattive e localizzate nelle aree contigue intercluse nel territorio del Parco Regionale delle Alpi Apuane, per le quali si prevede la progressiva riduzione a favore di funzioni coerenti con i valori e le potenzialità del sistema territoriale interessato, mediante un Progetto integrato di sviluppo, da definire con successivo atto, che individui anche le diverse misure attivabili allo scopo.

“Con questa prospettiva, rappresentata in modo così superficiale, indefinito e impalpabile, collocata, oltre tutto, in un periodo di crisi socioeconomica estremamente grave come quella che da anni stiamo attraversando, ci pare che la Regione prospetti per aree consistenti del territorio preso in esame parecchi anni di abbandono e povertà; cosa questa che gli Amministratori locali devono in ogni modo rifiutare e contrastare con tutte le forze almeno fino a quando il fantomatico “Progetto integrato di sviluppo” non sarà accompagnato da qualche centinaio di milioni di euro di investimenti inseriti una pianificazione e in una strategia condivisa dagli Enti locali e dai cittadini direttamente interessati.

“Insomma, sembra che con belle parole, buoni propositi e principi anche condivisibili si stia giocando con il fuoco soprattutto, a mio giudizio, perché si è scelto di adottare un metodo verticistico e centralistico che ha escluso totalmente i protagonisti locali, democraticamente eletti dai cittadini, dalla elaborazione delle scelte e delle strategie. Insomma, la cosa che mi preme sottolineare, in questa fase di dibattito che definire ideologico e umorale è forse un delicato complimento, è che reputo errato e controproducente il metodo adottato dalla Regione Toscana per delineare la propria strategia su questa delicata materia.

“Nello specifico, come Comuni della Versilia Medicea, da anni, stiamo provando a far comprendere ai nostri amministratori regionali la specificità della nostra realtà e la caratteristica “unica e irripetibile” che ha, nel suo piccolo, il sistema del “Lapideo in Versilia”; stiamo cercando di spiegare quanto difficile, ma anche quanto in prospettiva potrebbe essere vitale e straordinariamente positivo, seguire la via da noi indicata e tracciata di un “riformismo operoso” di “un patto di progresso e benessere” per il nostro territorio che sia capace di coniugare la difesa e la salvaguardia del paesaggio con la difesa e la salvaguardi della nostra storia e del nostro futuro di operosi lavoratori, intagliatori, piegatori, artigiani, artisti, commercianti e mercanti di marmi.

ettore neri, seravezza“La strada che noi, da anni, ci sforziamo di perseguire è l’opposto è l’avversaria degli estremismi ideologici e si contrappone con nettezza e forza nella stessa maniera a totalitarismi ambientalisti che vogliono proporre alla nostra gente il miraggio bucolico di una Versilia di contadini e camerieri e alla spregiudicatezza di imprenditori che mirano al loro esclusivo profitto in barba agli interessi delle comunità e ai valori dei beni comuni.

“In mezzo a questi due estremisti (entrambi, a mio parere, regressivi e reazionari) ci sono i cittadini che chiedono lavoro, tutele, salute, ambiente sano e che rivendicano il diritto di poter far vivere le loro famiglie con decoro e dignità; ci sono le imprese e gli artigiani capaci, onesti e coraggiosi; ci sono migliaia di persone e attività che vivono con l’indotto dell’industria, dell’artigianato e dell’arte e ci sono le Amministrazioni Comunali versiliesi che hanno ottenuto il largo consenso degli elettori su programmi equilibrati di crescita e tutela e che vogliono essere protagoniste delle decisioni che riguardano il futuro delle loro popolazioni e della loro terra.

“Sono mesi e mesi che chiediamo un confronto serio e alla pari con la Regione e, invece, ci ritroviamo con il rischio di essere messi sotto tutela, commissariati sui nostri territori e di vedere irrimediabilmente danneggiate e sconfessate le nostre strategie di coesione sociale e di progresso. Come questo non bastasse ci ritroviamo, nuovamente, beffati e ingannati: quelli dentro il Parco con il giogo al collo e quelli fuori a mani libere.

“Chiediamo, dunque, con forza, alla Regione Toscana, al Presidente Rossi al quale confermiamo stima e vicinanza, che si apra una fase di confronto serrato con noi Amministratori, con le componenti sociali, con le imprese, con i sindacati dei lavoratori. Dobbiamo evitare che la pianificazione sia settoriale e dobbiamo pretendere che la pianificazione regionale sia integrata con quella degli Enti Locali e con tutte le funzioni complesse e i bisogni dei territori.

“In questo quadro il tema del paesaggio è elemento fondamentale e di estrema importanza, ma non può essere esclusivo.

(foto Fabrizio Nardini)
(foto Fabrizio Nardini)

“Non può, dunque, essere impedito il dialogo tra la Regione e i Sindaci e le comunità. La pianificazione del territorio, la decisione di strategie fondamentali e l’assunzione di decisioni che riguardano il futuro e il destino di comunità volenterose, consapevoli e orgogliose non possono essere scelte che si fanno nel chiuso di una eburnea torre ad opera di ristretti “circoli dei sapienti”. Il difficile rapporto tra lavoro, sviluppo, crescita, da un lato, e ambiente, paesaggio, salute, dall’altro, non può essere regolato, a mio giudizio, con colpi di mano e furore ideologico: temi così delicati e sensibili si affrontano con il dialogo, la pazienza, l’ascolto e la condivisione. Chi si illude, in questa maniera, di fare “giustizia sociale” di recare danno e dispetto a imprenditori voraci sbaglia (forse sapendo di sbagliare): in queste condizioni chi ha soldi, chi ha potere economico semplicemente porterà le proprie attività altrove, aprirà nuove cave lontano da qui, fuori d’Italia.

“Qui, da noi, in Italia, in Versilia, sulle Apuane molto più tragicamente e banalmente resteranno i senza lavoro e senza stipendio, rimarranno gli operai, gli artigiani, i commercianti, i protagonisti dell’indotto. Chi si illude di chiudere gli Amministratori locali versiliesi all’angolo di coloro che sono contrari a “Salvare le Apuane” si sbaglia: noi siamo quelli che vogliamo “Salvare gli Apuani e i Versiliesi” , le nostre posizioni al riguardo sono chiare, nette e fissate da tempo in documenti e atti ufficiali. Noi siamo quelli che puntano a modelli di crescita ragionevoli e attenti e che vogliono tutelare e garantire, oltre all’ambiente, la storia e il futuro della nostra terra e della nostra gente.

“Chiedo al Presidente Rossi, alla Regione Toscana di riflettere sul fatto che scelte anche giuste o condivisibili se fatte in modo affrettato, scelte non pienamente comprese e condivise potrebbero aprire scenari di conflitti gravi e potrebbero comportare, in realtà come la Versilia, la fine della storia del lapideo, del sistema manifatturiero, di tutto l’indotto e di un intero modello economico e sociale: perché a nessuno può essere permesso, in questa fase di crisi spaventosa, di inventarsi l’alibi che potranno continuare ad esserci arte e artisti, ristoranti e negozi, professionisti e tecnici là dove non ci sarà più l’impresa e l’artigianato.”

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