VIAREGGIO. “In questi ultimi tempi il porto di Viareggio ha ricevuto dall’amministrazione Betti nuovi schiaffi in faccia: non bastavano le recenti indagini sui posti barca, il problema dell’insabbiamento del porto, la nautica in grave crisi con centinaia e centinaia di posti di lavoro a rischio ulteriore oltre a quelli già persi in cinque anni di caduta libera, ci voleva anche quel pasticciaccio brutto della Viareggio Porto Spa”. Lo afferma Gabriele Chelini, coordinatore del Movimento dei Cittadini.

“L’assessore al porto Giannerini pare avere gli incubi al proposito: ripatrimonializzare subito la Viareggio Porto con la cessione da parte del suo socio – il Comune di Viareggio – del vecchio e fatiscente mercato ittico. E questo nonostante la lettera della legge che non lo permette. Cerca il voto del consiglio comunale in un atto di indirizzo per sorpassare la legge. Ennesimo schiaffo alla legalità.

gabriele chelini“Mi chiedo: perché l’assessore al porto – che non è solo Viareggio Porto, è bene ricordarglielo – non lo si sente e vede con cotanto ardore anche per tutti gli altri problemi di cui accennavo sopra? E per quale motivo l’assessore Giannerini insiste con tanta forza su questa forzatura della legge mettendo a repentaglio la posizione dei consiglieri comunali stessi? Forse tutto questo fa il paio con le esternazioni del sindaco quando citò ‘accordi’ pre-elettorali non meglio spiegati all’opinione pubblica, avvenuti in qualche villa cittadina? Ricordiamogli ancora che sebbene le banchine facciano gola a tanti, c’è una nautica che canta il de profundis, c’è un indotto spazzato via dalla crisi, c’è un porto pericoloso a rischio insabbiamento conclamato e altro ancora.

“Il Movimento Cittadini Viareggio e Torre del Lago da sempre sensibilissimo a queste tematiche non intende abbassare la guardia e anzi si permette pure di urlare alla cittadinanza che la rotta dell’assessore, del sindaco e della giunta sono opposte agli interessi di Viareggio e della collettività, quando ci si concentra solo su un debito da onorare nei confronti di Ferragamo. Debito, ricordiamolo, che deriva dal fumoso bando di gara che a suo tempo fece la giunta Marcucci, manco a dirlo”.

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