MASSAROSA. “Questa Amministrazione Comunale, consapevole dei problemi legati alla qualità dell’acqua che a volte si presentano nelle nostre frazioni, già negli anni del precedente mandato amministrativo ha avuto numerosi incontri con la società GAIA s.p.a., attivandosi da subito per cercare di trovare soluzioni dal punto di vista tecnico e finanziario per provvedere ai fenomeni così definiti di “acqua sporca” che fuoriesce dai rubinetti delle abitazioni dovuta alla presenza di quantità non conformi di ferro disciolte nell’acqua e ossido di ferro”.

Questa la nota inviata dall’amministrazione a seguito dell’ennesima segnalazione dei cittadini riguardo l’acqua marrone che fuoriesce dai rubinetti di casa.
“La nostra attenzione al problema è sempre alta. Infatti l’amministrazione comunale di Massarosa nei primi di settembre ha in programma di riconvocare un ulteriore incontro, come fatto negli anni scorsi, per affrontare questa situazione e vedere se sussistono spiragli per la risoluzione”.
“La zona più colpita da tali fenomeni è risultata nel tempo quella situata nella frazione di Piano di Mommio, che si trova all’estremità del sistema acquedottistico pedemontano che serve il nostro territorio comunale, ma anche, ciclicamente, in altre zone situate in particolare nella parte nord del comune.

“La presenza nella struttura dell’acquedotto di un elevato numero di impianti di sollevamento, muniti spesso di autoclave per la modulazione della pressione, in funzione della richiesta idrica dell’utenza, comportano pressioni nelle condotte di valore cospicuo che sottopongono le tubazioni, notoriamente vetuste, a stress tensionali generanti rotture sulle medesime tubature e conseguenti perdite di flusso, che a loro volta creano sbalzi di pressione in condotta che portano a variazioni di velocità del deflusso.

“Tale fenomeno risulta essere la causa della movimentazione dei depositi di ossido di ferro sedimentatesi nel tempo sulla superficie della tubatura.
In seguito a tali fenomeni di “acqua sporca”, alcuni anni fa la società sottopose alla nostra attenzione la programmazione di due tipi di interventi.
Il primo progetto (con un costo complessivo di 600 mila euro) vedrebbe un intervento nella zona maggiormente colpita del Comune, cioè la frazione di Piano di Mommio, ma non sarebbe del tutto risolutivo: tale intervento consisterebbe nell’agire sulle pressioni in condotta al fine di trattenere i valori entro i limiti di 3 o 4 atmosfere, operando una disconnessione delle zone ad altitudine maggiore di 30 metri sul livello del mare dallarete di distribuzione a valle e alimentandole a gravità dai depositi e dalle condotte posizionati a quote maggiori.

“Questa soluzione progettuale potrebbe inoltre condurre anche al beneficio di rendere superfluo l’utilizzo dell’impianto di rilancio collocato presso il serbatoio di Piano di Mommio attraverso la connessione diretta della rete di distribuzione della località alla condotta di adduzione, costruendo di conseguenza un sistema con funzionamento a gravità e mantenendo in tal modo una pressione di esercizio approssimativamente costante.
Il secondo tipo di intervento, molto più oneroso (si parla di 9-10 milioni di euro) consisterebbe nel relining, un sistema di riparazione di canalizzazioni deteriorate che permette di evitare o ridurre le opere di scavo per i lavori: l’operazione consisterebbe nell’introduzione dall’interno della tubazione stessa di una guaina che viene fatta aderire alla condotta deteriorata e infine fatta indurire nel tratto di tubazione che si sviluppa lungo la strada Provinciale Sarzanese da Piano di Mommio alla località di Montramito per una lunghezza di circa 5 km, la sostituzione della tubazione che corre in terreni privati fino al ponte della ferrovia realizzando una nuova condotta sulla stessa Strada Provinciale dove passa la vecchia pedemontana e di nuovo il relining nel tratto restante posato su strada per arrivare alla captazione di Villa Spinola a Quiesa (la sorgente che alimenta il nostro acquedotto).
Il vantaggio di questo secondo e risolutivo intervento sarebbe nella sostituzione della pedemontana (tubazione in cattivo stato di conservazione) con la nuova linea di adduzione al centro di Massarosa e, altro beneficio, si avrebbe la definitiva eliminazione del contatto tra la condotta e la torba, un terreno altamente aggressivo, causa dell’erosione delle tubature.
Fatte presenti queste due ipotesi di interventi è fondamentale sottolineare che l’impossibilità, in questi anni, di procedere nell’uno o nell’altro verso, da parte di GAIA s.p.a. è dipesa sempre dalle difficoltà economiche della società stessa, la quale, come è a tutti noto, deve ancora scontare la presenza di debiti pregressi, oltre all’elevata morosità delle utenze causata dal perdurare della crisi economica che di conseguenza riduce le entrate e obbliga a costituire un fondo svalutazione crediti a copertura per svariati milioni di euro.
Tutto questo, unito alle costanti modifiche normative intervenute negli ultimi anni, comprese quelle sul sistema tariffario, hanno fatto mancare fino ad oggi all’azienda le risorse necessarie per eseguire gli interventi che sarebbero necessari per risolvere questa situazione.
In ogni caso, consapevoli degli enormi e gravi disagi che questa problematica comporta a carico dei nostri cittadini, continueremo a percorrere tutte le strade, come fatto negli ultimi cinque anni, per fare in maniera che, nonostante le difficoltà, vi si ponga fine una volta per tutte.

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