VIAREGGIO. Tutto era partito da lui: Tiziano Nicoletti è stato il primo membro della Fondazione Carnevale a rassegnare le proprie dimissioni a giugno una volta che per Burlamacco si stava materializzando un futuro all’insegna delle incertezze, della paura di non farcela.

“Speravo che il mio silenzio di questi mesi servisse a qualcosa”, racconta Nicoletti, presente questa mattina a Palazzo delle Muse alla conferenza stampa in cui l’intero cda della Fondazione ha annunciato le proprie dimissioni.

“Io non sono politico, ma mi limito a fare il buon padre di famiglia. E parto da due punti fermi. Il primo è che, secondo un articolo-studio de Il Sole 24 Ore, il Carnevale di Viareggio porta un indotto stimato tra i 15 e i 20 milioni di euro.

“Il secondo è che per me il contributo comunale in favore del Carnevale dovrebbe essere una spesa obbligatoria, come gli stipendi dei dipendenti o l’illuminazione pubblica”. La sua è, ovviamente, una sorta di provocazione. Perché le spese obbligatorie di una pubblica amministrazione sono fissate da una legge che, in questo caso, andrebbe modificata. Poco male: per Nicoletti dovrebbe essere “un obbligo morale. Perché un contributo da un milione e 400mila euro, che secondo me è la cifra minima per fare il Carnevale, incide per lo 0,7% sul bilancio comunale. Senza il Carnevale Viareggio non è niente: se la città non è in grado di garantire una cifra così irrisoria deve chiudere. E chi amministra deve avere il coraggio di ammettere che non ce la fa”.

E intanto il tempo scorre inesorabile: “Mancano meno di cinque mesi al primo corso mascherato e ci sono 27 ditte artigiane, tutte con dipendenti a carico e una famiglia, che aspettano di sapere di che morte morire”.

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