VIAREGGIO. Un’intera mattinata di sciopero in occasione del 10 ottobre, con un presidio alle 7 in tutti i luoghi di lavoro e un concentramento davanti al cantiere navale Benetti di Viareggio due ore dopo: ad annunciare la serrata è la Fiom-Cgil versiliese.

A Viareggio nei giorni scorsi il segretario provinciale Lamberto Pocai insieme a Nicola Riva della Fiom Versilia e Alessandro Lenzoni, Rsu Finder Pompe e membro della segreteria provinciale della Fiom, ha fatto il punto sulla situazione occupazionale nella cantieristica nautica. Ne emerge un quadro allarmante, che vede dai 300 ai 400 lavoratori e lavoratrici a rischio di licenziamento per esaurimento degli ammortizzatori sociali al 30 novembre.

“L’assenza di un’amministrazione comunale nel pieno delle sue funzioni e della sua credibilità, dopo le dimissioni di sindaco e giunta a Viareggio, aggrava la situazione e spazza via le speranze di un intervento istituzionale per tentare di risolvere questo ed altri problemi”, scrive la Fiom in una nota. “Non si è neppure insediata la commissione consultiva all’interno del comitato dell’Autorità Portuale, a due anni dall’entrata in vigore della legge e ad un anno dalla nomina del segretario Morelli”.

Come hanno ribadito anche i membri della Rsu di Polo Nautico, presenti alla conferenza stampa e che sono fra quelli che hanno esaurito la cassa integrazione, ci sono spazi inutilizzati nell’area consortile nata sulle ceneri della Sec che al massimo vengono usati come parcheggio o magazzino. “Eppure sappiamo che c’è almeno un cantiere pronto a costruire barche e quindi ad assumere personale”, ha detto Nicola Riva. “Ma la rivalità interna fra imprenditori impedisce di cogliere questi segnali positivi, seppur minimi”.

Lamberto Pocai cgilSe la crisi economica ha colpito tutti i settori manufatturieri, compresi quelli legati alla lavorazione del marmo e di riflesso anche la costruzione dei necessari macchinari, la Versilia tutta è uno dei territori che ne ha risentito di più. “E’ scomparsa l’imprenditoria italiana mentre si assiste all’ingresso di capitali stranieri e dei fondi di investimento nell’economia provinciale e toscana in generale, mancando il ricambio generazionale, come sta avvenendo nel settore nautico”, osserva Pocai.

“In Italia stanno sparendo interi settori come la siderurgia e la lavorazione dell’alluminio, perché non c’è un piano industriale nazionale”, ha aggiunto Alessandro Lenzoni. “Esattamente come è mancata una visione strategica sul porto viareggino”. Un porto dove le attività legate alla pesca si sono ridotte notevolmente, dove non si costruiscono più navi mercantili ed è rimasta soltanto la nautica da diporto che però soffre per la mancanza di spazi adeguati per costruire barche sopra i 50 metri e di servizi a terra.

Il settore è passato dai circa 7mila occupati di sei anni fa agli attuali 2mila, in gran parte in cassa integrazione o lavoratori degli appalti. Il mercato della nautica da diporto si è ridotto di oltre il 40% ma non c’è stata un’adeguata reazione in termini di innovazione di prodotto e di ricerca di soluzione nuove. Gli incontri istituzionali promossi dalla Fiom provinciale, a livello locale e regionale, hanno portato soltanto a dichiarazioni di intenti, malgrado le tante proposte formulate dal sindacato e dai lavoratori, come nel caso dell’idea di un marchio Viareggio – ha ricordato Marco Bocca, delegato della Perini Navi – che avrebbe potuto tutelare e contraddistinguere una tradizione secolare che è ancora apprezzata dai possibili compratori di un bene di lusso come quello delle imbarcazioni.

In questo contesto, la riforma del mercato del lavoro promossa dal governo Renzi non fa altro che aggravare il rischio di licenziamenti di massa: il problema principale non è certo l’articolo 18, peraltro già ampiamente modificato dalla riforma Fornero che ha inciso negativamente anche sulle pensioni, soprattutto in un momento in cui ogni giorno chiude un’attività o una fabbrica. E questo mentre il ricorso continuo ad appalti e subappalti determina offerte al massimo ribasso a scapito del salario e della sicurezza “e viene utilizzato anche dalle imprese che fanno ricorso alla cassa integrazione”, ha ricordato Andrea Distefano di Azimut Benetti.

La Fiom Cgil provinciale di Lucca lancia un appello alla società civile, agli studenti e ai lavoratori per una battaglia comune contro i provvedimenti del Governo che rischiano “di voler curare il morto di fame con una bella dieta”.

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ultimo aggiornamento: 05-10-2014


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