VIAREGGIO. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Questa settimana l’articolo è firmato da Gessica Iannone, psicologa specializzanda in Psicoterapia Sistemico Familiare Relazionale.

Educare 2.0. Famiglie in digitale

“Nativi digitali” e’ il nome dato alla generazione nata e cresciuta con le nuove tecnologie informatiche. Secondo una ricerca condotta da Sherbert Research for Ofcom, un bambino su tre di età compresa tra i cinque e i quindici anni nel Regno Unito ha il suo computer tablet.

Anche in Italia aumenta il numero dei pc e degli smartphone per ogni famiglia: da quando il luogo della connessione non è più la casa e i tempi non sono scanditi dall’accesso a un pc comune, e’ diventato piùdifficile per i genitori verificare i tempi e le modalità di connessione dei propri figli.

Se da una parte le ricerche rassicurano sulla consapevolezza da parte dei ragazzi, ad esempio in relazione alla sicurezza e alla diffusione di dati personali, dall’altra gli adulti sembrano sottovalutare l’impatto di internet su tutta la loro vita. La pedagogia, infatti, riconosce ormai ufficialmente che l’intelligenza digitale e’ una nuova forma di intelligenza e che il suo peso è destinato ad incidere drasticamente sui futuri apprendimenti, ma la scuola non corre allo stesso passo, perdendo così l’occasione di utilizzare strumenti più efficaci per i propri insegnamento. I giovani d’oggi sono, anche grazie alla cultura diffusa e condivisa in rete, più saggi, creativi e aperti di quelli delle generazioni precedenti, ma sono anche più“sorvegliati”. Il tempo che i genitori dedicano ai figli e’ considerevolmente aumentato, rispetto al passato, con il risultato che questa generazione e’ sorvegliata più da vicino e meno libera di fare degli errori. Apparentemente più liberi di navigare, ma meno capaci a nuotare, questa potrebbe essere una metafora adatta a descrivere la situazione attuale. Non deve quindi sorprenderci che questa grande saggezza non si traduca in una grande felicità. Gli adulti controllano, proteggono con ansia e vedono il pericolo dove non c’è.

Secondo la ricerca clinica, infatti, gli adolescenti appaiono più inclini all’ansia e alla depressione e questo e’ collegato al cattivo uso della rete. Un esempio per tutti Facebook, che permette di restare sempre connessi con i pari, ma spinge a confrontarsi con aspetti esibizionisti e narcisisti che sembrano indurre comportamenti come l’emulazione e sentimenti negativi di sé nel confronto continuo con gli altri. Il punto centrale e’ dunque il malessere psicologico, che dipende non dal web ma dalla solitudine nella quale lo si utilizza. Se gli adulti di riferimento, i genitori in primis, insegnano ad utilizzare questo strumento con responsabilità ma non vedono l’affettività che tramite questo viene vissuta, non possono insegnare a gestire adeguatamente il caos emotivo che lo circonda. Si può allora lavorare con i propri figli sia per condividere l’importanza degli interessi su internet ma anche per trasmettere l’entusiasmo di coltivare interessi al di fuori della rete.

Inoltre, navigare in modo sicuro e avere un rapporto con la tecnologia sano ed equilibrato e’ sempre un buon esempio e quindi il migliore insegnamento possibile a riguardo. Infine, sebbene i social network siano progettati per darci l’illusione forte di poter controllare e spiare gli altri, e’ preferibile indirizzare la propria curiosità verso un dialogo per interessarsi attivamente alla vita dei propri ragazzi. Chiedere anziché spiare, dando fiducia alla loro intelligenza sia digitale sia emotiva.

Gessica Iannone

FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a: [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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