Consigli per il buon allenatore: il segreto di Mourinho

VIAREGGIO. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti.

Consigli per un buon allenatore: il segreto di Mourinho.

Un buon allenatore dei giorni nostri dovrebbe accettare e comprendere i nuovi modi di vivere degli atleti e interessarsi a quello che essi portano dentro di sè, poichè anche il più individualista dei giocatori non rimarrà mai impassibile di fronte ad un allenatore realmente interessato alla sua storia.

Un approccio efficace è quello di un dialogo sui bisogni individuali, all’interno della cornice più ampia della squadra e della cultura sportiva della società. Il giocatore, spesso giovane ragazzo, deve poter esprimere se stesso ed è utile incoraggiarlo in questa direzione stando attenti però a non eccedere e rendere la situazione lesiva per la squadra o contraria ai suoi principi.

Più un allenatore si pone nelle condizioni di entrare in sintonia con tutti gli elementi che formano la sua squadra e maggiore sarà la possibilità che questi lo seguano quando sarà il momento. É molto probabile che questo sia stato un po’ il segreto di Mourinho: dall’analisi del suo approccio infatti emerge una costante e maniacale conoscenza degli aspetti che caratterizzano i suoi giocatori, non tanto da un punto di vista tecnico, quanto da un punto di vista psicologico. Maniacalità nel suo caso vuol dire sapere cosa vogliono, cosa sperano, a cosa ambiscono, in che mondo vivono e qual è la loro filosofia di vita, cosa fanno quando non giocano, che interessi coltivano, a quale videogame giocano e… perchè lo fanno! Un’ approfondita conoscenza del suo team gli permette di creare un punto di “contatto reale” con i membri così che nel momento in cui egli fa loro una richiesta (spesso impegnativa) i giocatori sanno che lo sta facendo con cognizione di causa in una situazione in cui gode di un grande credito. Mourinho in altre parole ha saputo trasmettere ai propri giocatori questo messaggio: “ ti rendo grande perchè io ti conosco e so cosa serve”.

Come si sa però di Mourinho ne esiste uno soltanto al mondo, quindi come mettere in pratica l’approccio sopra illustrato?

É importante nella gestione dei propri atleti fissare un primo obiettivo, ovvero approfondire le caratteristiche psicologiche (e comportamentali) del proprio giocatore, accettandole così come sono, senza pregiudizi.

Attraverso tale approccio un allenatore è in grado di poter effettuare le sue scelte includendo la maggior parte delle qualità che caratterizzano i propri giocatori.

Gli strumenti in grado di aiutarci in questo compito sono principalmente strumenti psicologici (questionari, test di personalità o proiettivi) che però sono applicabili e utilizzabili soltanto da uno psicologo.

Quindi come può un allenatore comprendere questi aspetti dei propri giocatori non potendo utilizzare gli strumenti dello psicologo?

La risposta sta nell’utilizzo delle 3 P ovvero: Protezione, Permesso e Possibilità.

La Protezione è intesa come la volontà dell’allenatore di difendere i propri atleti di fronte ad errori (tecnici) e difficoltà (varie), che rappresenta una norma positiva e strutturante del rapporto allenatore-giocatore. E’ fondamentale soprattutto con i più piccoli essere empatici di fronte alle difficoltà al fine di eliminare l’eccessiva preoccupazione che può scaturire nel bambino. Terrorismo o iperprottettivismo non sono utili.

Il Permesso rappresenta il livello con cui si incoraggia ad agire o a dire. Si può chiamarlo anche con il termine confidenza, attraverso la quale è possibile entrare direttamente a contatto con il mondo del proprio atleta che ha la possibilità di “uscire dai ranghi”, con i vantaggi e rischi che si porta dietro.

Infine la Possibilità è raggiunta dopo che si sono consolidate le prime due e rappresenta la fiducia che produce risultati evidenti e che consente all’atleta di avere una reale percezione della costruzione del rapporto con il coach.

Forse questi elementi conditi con una buona dose di passione e di ascolto costante delle esigenze dei singoli e della squadra, possono portare ad avvicinarsi agli straodinari risultati di Mourinho!

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FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a:  [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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