STAZZEMA. Alla vigilia della temuta scadenza del 26 gennaio, per gli agricoltori arriva la bella notizia dell’annullamento da parte del governo del pagamento dell’IMU sui terreni agricoli montani. Grande soddisfazione da parte del presidente della Confederazione italiana agricoltori – Cia Toscana Nord, Piero Tartagni: “Si tratta di un ottimo risultato, raggiunto grazie al lavoro di Agrinsieme, coordinamento di CIA, Confagricoltura e mondo della cooperazione agroalimentare, che hanno portato all’attenzione dell’esecutivo le istanze del mondo agricolo, facendo rivedere la decisione. Un’ottima notizia per i nostri territori – conclude Tartagni – poiché prevede la rimodulazione dei criteri che garantiscono l’esenzione totale del pagamento dell’imposta per i terreni agricoli ubicati nei comuni classificati montani dall’Istat (per la Versilia Stazzema e Seravezza). Positiva, secondo il presidente della Cia Toscana Nord anche l’esenzione per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali ubicati nei comuni parzialmente montani (Camaiore).
Restano adesso sul tavolo del confronto con il governo altre importanti questioni. “Non è un Paese normale – commenta Agrinsieme – quello che introduce il “reverse charge” per le vendite di prodotti agricoli alla Grande distribuzione organizzata, un meccanismo di inversione contabile dell’Iva che si traduce in una grave perdita di liquidità per le aziende.
Non è normale – continua il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari – che sia ancora in alto mare il decreto applicativo della riforma della Pac e che si stiano rivedendo le disposizioni già approvate nell’autunno scorso riguardanti questioni fondamentali per gli agricoltori per fissare gli ordinamenti produttivi e predisporre le domande della Pac del prossimo maggio.
Non è normale infine – rileva Agrinsieme – che si debbano attendere alcuni mesi per l’approvazione dei Piani di sviluppo rurale, che rappresentano un importante elemento di politica agricola e veicolano oltre 20 miliardi di euro nel periodo di programmazione 2014-2020. Con una possibile lunga soluzione di continuità degli interventi che priva l’agricoltura italiana di importanti misure”.
Fare impresa esige regole certe e tempi necessari di programmazione, e non continui ritardi e ripensamenti. Questo vale ancor più in un settore come quello agricolo, di per sé soggetto alle variabili naturali del clima e più esposto di altri ad eventi non prevedibili.

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