VIAREGGIO. Prima di addentrarci nella presentazione delle mascherate di gruppo rivolgiamo subito un appello alla Fondazione Carnevale: trovate un modo, che sia per “incarico diretto” o ripristinando il meccanismo degli avanzamenti e delle retrocessioni, per far salire di categoria Luca Bertozzi. Perché le mascherate di gruppo gli stanno strette, senza nulla voler togliere ai suoi colleghi.

“Padiglione Italia” di Luca Bertozzi. Dicevamo: il campione in carica punta dritto dritto alla terza vittoria consecutiva. Nella sua ultima fatica c’è tutto: attualità (l’Expo di Milano), pregevole modellatura (i volti pingui di Renzi e Papa Francesco) e minuziosa cura dei particolari (i gusci di cozze, le incrostazioni delle pentole). Non sappiamo più come dirlo: qui è sprecato. Dategli modo di iniziare a cimentarsi con i carri.

“Hand puppets” di Michele Canova. Lo scultore viareggino rende omaggio all’arte di Paul Klee e ai suoi burattini tra cui il personaggio del Big Eared Clown che ha delle assonanze stilistiche e coloristiche con la maschera di Burlamacco.

“In punta di matita…trucioli di Carnevale” di Roberto De Leo e Vania Fornaciari. Simpatica e insolita mascherata dove i trucioli, solitamente uno scarto restituito dagli appuntalapis, possono diventare la gonna di una ballerina, le pinne di un pesce o i petali di un fiore.

“In balia del vento” di Marzia Etna. Soffia il vento del cambiamento – e, almeno a Viareggio, negli ultimi giorni non solo quelli… – e c’è chi costruisce muri, chi mulini a vento: i politici italiani (Berlusconi, Brunetta, Fassina, Grillo, Renzi e molti altri) sono dei novelli Don Chisciotte pronti all’assalto. In lizza per il podio.

“Che bordello!” di Giampiero Ghiselli e Maria Chiara Franceschini. Ecco il Ghiselli che ci piace: satira politica che gioca sul doppio significato di parole ed espressioni, buone caricature di ministri e parlamentari. Qui l’effetto comico sta nel rappresentare Renzi, Berlusconi, Napolitano, Grillo, Letta, Alfano, Monti e Brunetta come quelle signorine che lavorano nelle case di tolleranza prima della legge Merlin.

“Rubiamo ai poveri per donare ai ricchi” di Libero Maggini. Una mascherata dipinta interamente in bianco e nero – ma con apprezzabili sfumature di grigio – che celebra i personaggi di “Alan Ford” e la capacità dei suoi autori Magnus e Bunker di anticipare di qualche decennio i tempi di crisi. Maggini rimane uno degli artisti più validi della categoria.

“Happy!” di Giacomo Marsili. Una mascherata che farà – per l’appunto – la felicità dei bambini e di tutti gli appassionati del film “Cattivissimo me”: i personaggi realizzati da Marsili, al debutto nella “palestra” del Carnevale dopo l’esperienza tra i carri piccoli con Gionata Francesconi, sono i famosissimi minions.

“…a Mille ce n’è…di giorni d’aspettar…la lallà…” di Adolfo Milazzo. L’illusione che il premier Matteo Renzi segua la stessa parabola di Pinocchio, da bugiardo birichino a bambino perbene. Inconfondibili la colorazione e la modellatura del mascheratista.

“Carnevale surreale” di Enrico Vannucci. La situazione surreale che ha accompagnato il Carnevale di Viareggio negli ultimi mesi si intreccia qui con l’arte di Dalì, De Chirico e Magritte tra colori sgargianti e figure metafisiche.

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ultimo aggiornamento: 01-02-2015


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