VIAREGGIO. Alessio Campolmi viene da Firenze, come il commissario straordinario della Fondazione Carnevale Stefano Pozzoli e come il primo ministro Matteo Renzi. E se il primo è a capo dell’ente che organizza i corsi mascherati, e il secondo sfila a Viareggio nelle sue molteplici versioni in cartapesta, lui il Carnevale lo vive da indubbio protagonista: è uno dei figuranti che anima il carro di seconda categoria di Jacopo Allegrucci. Ogni benedetta domenica percorre la strada che collega Campi Bisenzio, dove abita, ai viali a mare viareggini: tra andata e ritorno sono quasi 200 chilometri. Ma l’amore per Burlamacco val bene certe sfacchinate.

Alessio descrive la sua tipica domenica di Carnevale: “Parto la mattina presto e prendo l’autostrada a Pistoia. Poi, quando arrivo a Viareggio, lascio la macchina in periferia: nel bagagliaio infilo sempre una vecchia Graziella degli anni Sessanta con cui proseguo fino ai viali a mare, così non devo impazzire per il parcheggio”. Per l’ora di pranzo è già in Passeggiata per incontrarsi con gli amici viareggini Daniele, Luca e Tiziano, che hanno risvegliato in lui la voglia di divertirsi sui giganti di cartapesta.

“Ho sempre trascorso l’estate a Viareggio, qui la mia famiglia ha una casa per le vacanze. E proprio con mamma e papà andai nel 1984, quando avevo nove anni, al Carnevaldarsena. Fu amore a prima vista: i rioni ti conquistano”. Poi, nel 1989, si presenta un’occasione inattesa: “La mia vicina di casa a Viareggio andava sul carro di Arnaldo Galli ma per il secondo corso era impegnata in una regata. Tra il serio e il faceto mi chiese: ‘Perché non ci vai te?’. Presi in prestito il pagliaccio rosa di ‘Carnevale nel cassetto’ e andai…”.

Poi, per molti anni, Alessio si gode le sfilate tra la folla. Fino al 2012, quando la storia si ripete: “Luca, uno dei miei amici viareggini, lavorava per il corso del Martedì Grasso e così mi diede il suo vestito del carro di Jacopo Allegrucci”. L’idillio, a quel punto, si ricompone. E sulle costruzioni del campione della seconda categoria scopre un clima familiare: “A Jacopo ripeto sempre che è il mi’ babbo di cartapesta. E poi ci sono Gabriele Galli e il dj Mancio, con cui è nata una bella amicizia che si è rinnovata con il Carnevale estivo“.

Alessio non vive da solo: è sposato e ha un bambino di quasi sei anni. “Se posso venire a tutti i corsi mascherati è grazie alla pazienza di mia moglie. A casa ascolto musica di Carnevale e anche in ufficio i miei colleghi si sono abituati”. Proprio al suo lavoro in una grande azienda fiorentina è legato un curioso aneddoto: “Lo scorso 29 gennaio sono andato al Politeama per il Festival di Burlamacco: sono tornato a casa alle due e mezzo passate e dopo tre ore mi suonava la sveglia perché quella mattina avevo un’importante videoconferenza. Ma ne è valsa la pena”.

Che cos’è il Carnevale per un fiorentino, o meglio, un viareggino mancato? “Per me è entrare in un altro mondo. In quelle cinque sfilate riesci davvero a mettere in un angolino i problemi quotidiani”. E sul ricordo carnevalesco più bello non ci sono dubbi: “Il trionfo di un anno fa. Ho fatto atletica leggera per lungo tempo senza mai mettere al collo una medaglia e quando annunciarono che avevamo vinto mi sono commosso. Ho condiviso quel successo con altre 300 persone. Avevo in collo mio figlio, ma in quel momento mi sono sentito come un bambino della sua età…”.

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