VIAREGGIO. “La scelta assunta dal Cda della Viareggio Patrimonio di mettere in liquidazione la società stessa ha dell’incredibile: basti solo pensare alla presa di posizione assunta sei giorni prima in Prefettura dove assolutamente non era stata manifestata tale intenzione e dove era stato ribadito che non vi sarebbe stata alcuna riduzione di personale”. Lo afferma in una nota ll’area programmatica della Cgil Democrazia e Lavoro della Provincia di Lucca.

“Pur considerando la sussistenza di ragioni economiche finanziare che dovrebbero chiamare in causa chi ha gestito la società partecipata e chi ha governato il Comune di Viareggio, dichiarare la messa in liquidazione della società senza un piano di ristrutturazione che dia garanzie, anche sotto il profilo occupazionale, oltre che della permanenza di servizi essenziali per i cittadini e per il Comune, è un’assurdità inconcepibile.

“E’ inaccettabile che ci siano già tre società interamente partecipate dal Comune poste in liquidazione e non ci sia un minimo di progetto complessivo di riorganizzazione delle attività, dei servizi gestiti e quindi di gestione dell’occupazione, in rapporto allo stesso Ente ed alle altre società partecipate. Certo, questo non è proprio il compito del commissario prefettizio, avrebbe dovuto farlo l’amministrazione precedente e non l’ha fatto, ma anche assumere una scelta di questo tipo senza un progetto significa lanciare nel vuoto la città ed i lavoratori. Ciò è reso ancor più necessario da atti come il bando di assunzioni della Sea Risorse che dimostrano come ogni azienda vada per conto proprio. E’ vero che Sea Risorse non è partecipata in maggioranza dal Comune ma è altrettanto vero che questo ha la maggioranza di Sea Ambiente, che a sua volta controlla Sea Risorse. Se chi rappresenta il Comune in detta società si comportasse in modo coerente, un problema di questo tipo non si sarebbe posto.

“Visto la condizione negativa che gli abitanti e i lavoratori di Viareggio pagano anche sotto altri profili, in questo stato, è urgente l’apertura di un tavolo di confronto trasparente nel quale valutare a carte scoperte tutte le possibili soluzioni per una ristrutturazione che consenta di salvaguardare i servizi e con essi anche i posti di lavoro, senza ulteriori aggravi occupazionali visto la crisi che il territorio paga anche in altri settori.

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ultimo aggiornamento: 21-02-2015


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