VERSILIA. “Il futuro delle imprese e dei lavoratori del settore lapideo apuo-versiliese toscano è in serio pericolo, sotto l’ipoteca di un ambientalismo ideologico che vede il territorio come un vincolo e non come un contenuto dello sviluppo della Toscana”.

Lo scrive in una nota la Commissione Settore Lapideo di Confindustria Toscana.

“Siamo consapevoli che le attività estrattive debbano essere disciplinate (pur essendolo già molto), tenendo conto di tutte le esigenze di carattere ambientale e paesaggistico; e questo vale soprattutto per la Toscana, perché si interviene su un contesto prezioso, peraltro plasmato da secoli di attività imprenditoriale rispettosa e sostenibile. Ma questo non può significare l’annullamento di una realtà economica come quella del lapideo nel territorio apuo-versiliese: un settore profondamente radicato nella storia sociale, culturale e produttiva del nostro territorio, oltre a una voce di primaria importanza per l’export toscano. Considerando sia l’estrazione da cave, sia la lavorazione, il distretto lapideo apuo-versiliese conta quasi un migliaio di imprese, grandi e piccole, che dà lavoro a oltre 5000 persone (più del 10% degli addetti italiani del settore). Nel 2014 le esportazioni toscane del comparto hanno superato i 700 milioni, oltre il 30% del livello nazionale.
Il Piano paesaggistico è un testo che può avere un impatto rilevante per tutte le imprese toscane, poiché prevede vincoli e limitazioni per molte attività economiche. E questo impatto rischia di essere devastante per le imprese del settore lapideo. Per questo gli imprenditori apprezzano il lavoro della Sesta Commissione che ha apportato alcuni miglioramenti nell’ottica di coniugare la tutela del paesaggio con lo sviluppo economico; e confidano che questo lavoro non venga vanificato, ma ulteriormente valorizzato nel passaggio in Consiglio regionale di martedì prossimo. Occorre un impegno serio e bipartisan perché venga assicurata almeno la sopravvivenza delle realtà produttive legate al settore estrattivo apuo-versiliese; auspichiamo, in particolare, una disciplina transitoria che, in attesa della predisposizione dei Piani attuativi, permetta al settore di continuare a produrre ricadute positive in termini di occupazione e sviluppo. In questo senso vogliamo sottolineare l’approccio pragmatico espresso dal Presidente Rossi: quando si parla d’impresa e di lavoro non c’è spazio per gli ideologismi strumentali di chi vorrebbe trasformare la Toscana in una “Disneyland del cipresso”, un immobile buen retiro  per stranieri ricchi. Siamo convinti che questo approccio debba essere ulteriormente sviluppato all’interno del provvedimento in discussione. Le attività economiche esistenti, insieme alle competenze e all’occupazione di migliaia di persone vanno salvaguardate dalla facile demagogia dei nemici del lavoro e dell’impresa.
Siamo disponibili – come sempre – a ragionare con la politica di sviluppo sostenibile e di compatibilità ambientale delle nostre aziende: gli investimenti di questi anni lo stanno a dimostrare, anche nel settore estrattivo. Se la Toscana è fra le regioni che hanno saputo coniugare al meglio la crescita economica con la bellezza del paesaggio, lo si deve certamente anche all’impegno e al lavoro degli imprenditori che ogni giorno investono in questo territorio”.

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ultimo aggiornamento: 15-03-2015


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