STAZZEMA. Sabato 21 febbraio a Cardoso , grazie al “coraggio dei sogni” la comunità stazzemese ha avuto l’opportunità di diffondere le proprie idee e proposte affinché l’Amministrazione possa “aiutare” a creare lavoro.

“Una bellissima iniziativa di stimolo per cercare di creare la “materia prima” , ossia il lavoro. Purtroppo non ho potuto partecipare ma l’idea è ottima anche in previsione di eventuali finanziamenti europei per una auspicabile star-up… Anche se non appartengo più alla fascia di età a cui tale incontro era diretto vorrei suggerire una mia idea”.

A scriverlo è Gabriele Olobardi, classe 1978, stazzemese doc che ha riportato in voga la patata viola, tubero coltivato dai nostri nonni negli alpeggi di Puntato o Ghifata (sopra la galleria del Cipollaio).

“Tutti noi stazzemesi abbiamo ricevuto in dono boschi dai nostri antenati. Moltissimi di noi hanno, come riscaldamento domestico, caldaie a legna o termocamini alimentati a legname,  ma haimé prima che la legna sia nel camino quante volte scalda?

Chi rimane nei nostri paesi comunque persevera in questo faticoso lavoro, ma alcuni, per ovvi motivi di età, ricorrono ad energie non rinnovabili come metano o gpl o gasolio.

Dobbiamo inoltre considerare che la vita lavorativa odierna ci permette pochissimo tempo libero per procurarsi legname, che il lavoro ci allontana dai paesi natii rendendo impossibile la manutenzione dei boschi e se consideriamo poi le innumerevoli successioni che hanno suddiviso in moltissime parti i terreni lasciati capiamo il perche  molti dei nostri boschi stiano crescendo in maniera pericolosa sia per la viabilità sia per la sicurezza idro-geologica.

Oggi molti di noi stanno installando stufe per pellet nelle proprie case. Sfruttiamo allora questo genuino metodo di energia riciclabile.

Il comune potrebbe creare e gestire (creando lavoro ed entrate comunali)  una zona centrale nel territorio stazzemese dove poter accatastare legname a tronchi (si fatica meno a farlo) e ritirare l’equivalente in pellet.

Entri con il carico in tronchi, pesi, scarichi e ritiri l’equivalente in pellet pronto all’uso.

Se non ho letto e interpretato male la tabella delle equivalenze energetiche afferma che 1 m3 di pellet (650 kg ossia 26 sacchetti)  equivale a 1.60 steri di legna (ossia 1.6 m3 di legna del peso circa 3.8 quintali).

il vantaggio è che io faccio prima a tagliaire tronchi e portarli a destinazione che spaccarli e metterli in casa, e avrò subito a disposizione pellet. Volete mettere la praticità delle moderne caldaie a pellet con le stufe?

Se poi aggiungiamo che una nuova pellettatrice costa circa 15000 euro…e che QUALCUNO che prepara il legname e produce il pellet deve esserci…non so una cooperativa sociale per chi ha perso lavoro ed è padre di famiglia…

Tutto da approfondire chiaramente.

Questo tipo di idea però, deve essere anticipata da una possibilità di “costruire” strade di accesso ai terreni che spesso si trovano lontani dalle strade carrozzabili. Strade che potrebbere essere utilizzate anche dal personale di soccorso o antincendio.

Tutto questo però sarà SICURAMENTE rallentato se non bloccato dalla burocrazia italiana”.

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ultimo aggiornamento: 02-04-2015


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