CAMAIORE. “La chiusura dell’ufficio postale di Valpromaro riguarda tutta la comunità versiliese, perché se gli uffici postali, che sono servizi pubblici importanti e qualificanti le comunità, sono gestiti con logiche da privatizzazione selvaggia e vengono mantenuti solo laddove fanno utili, a guadagnarci con la quotazione in borsa imminente di Poste italiane saranno pochi privati ed a rimetterci sarà la comunità.” C0sì scrive Massimiliano Bindocci, responsabile CGIL Versilia per la CGIL Provinciale di Lucca.

“Il problema di Valpromaro riguarda una zona tra Camaiore e Massarosa e colpisce in particolare i pensionati del posto e i cittadini che per motivi di costi e di servizi preferiscono le poste alle banche od altri.

È l’ennesimo aspetto della ritirata dello stato sociale nella vita dei cittadini, comprensibili le reazioni dei Comuni di Massarosa e Camaiore, ma in attesa che i ricorsi vengano esaminati dal TAR bisogna che la politica torni a svolgere il suo ruolo di fare le scelte a tutela della cittadinanza.

Il problema riguarda la logica aziendale di Poste che insegue il profitto e mostra una sempre minor attenzione alla cittadinanza, i “contratti di programma” fatti dal governo con Poste e la politica industriale dell’azienda Poste hanno ridotto in questi anni il presidio sul territorio in termini di aperture, di sportelli, di uffici, di personale.

L’organico in questi anni è dimezzato, con conseguenti carichi di lavoro insostenibili per il personale, sia dei portalettere che negli uffici, la conseguenza non sarà solo la corrispondenza recapitata a giorni alterni, come è previsto nell’accordo di programma ma un aumento dei carichi di lavoro al personale, dove riteniamo dovrebbe intervenire anche la autorità competente, e un susseguirsi di disservizi in cui le code agli sportelli e gli sportelli chiusi sono i disagi più evidenti.

Riterremmo opportuno che Valpromaro diventasse l’occasione per gli onorevoli e di sindaci del territorio di portare Poste Italiane a ripensare una strategia che penalizza al cittadinanza, perché se la imminente quotazione in in borsa di Poste nasce con questi presupposti la situazione deve preoccupare in futuro ancora di più. La battaglia riguarda il concetto di stato sociale e di servizio pubblico, che sono elementi centrali nella tutela dei cittadini più deboli.

In tal senso stiamo valutando come CGIL tramite le nostre diramazioni territoriali di integrare una attività di mobilitazione insieme al comitato di Valpromaro, molto attivo, per difendere quell’ufficio postale in sè e come emblema di un servizio pubblico che rischia di diventare disservizio.

Il 3 settembre quindi il TAR farà le prime valutazioni sui ricorsi, ma il problema non può essere solo di diritto amministrativo, la politica locale deve intervenire con gli onorevoli e di consiglieri regionali del territorio e porre il governo davanti a delle scelte che dovranno poi avere come conseguenza un ripensamento dei contenuti dell’Accordo di Programma e di una nuova politica dei servizi pubblici, che in quanto tali devono essere gestiti con criteri di economicità ed efficienza e non con logica di profitto.”

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