VIAREGGIO. “Trovo davvero sconcertante l’ostinazione del Pd di Lucca e della Versilia a non voler riconoscere che Giorgio Del Ghingaro – uomo sicuramente di centrosinistra – ha vinto le elezioni a Viareggio e le ha vinte oltre che con 5 liste espressione di sensibilità diverse, anche grazie al lavoro e alla credibilità di persone serie e capaci sospese dal Pd, su spasmodica sollecitazione di un commissario che per primo ha ignorato lo statuto del partito ed i suoi valori fondanti, impedendo le primarie”. Così Manuela Granaiola, senatrice viareggina del Pd che ha sostenuto Giorgio Del Ghingaro alle ultime elezioni amministrative, commenta la decisione di sospendere il primo cittadino di Viareggio dal partito.

“Nonostante il lucido riesame della situazione del senatore Marcucci, voce isolata nel deserto dei tartari, il Pd Regionale e quindi il segretario Dario Parrini, che ne ê il responsabile, continuano, non si capisce per quale motivo – anche se qualche idea ce l’avrei – a rifiutare il dialogo da me più volte invocato, peraltro promesso in nome di un ‘fidatidime’ più volte ripetuto e sempre disatteso. Si persiste, tra mille contraddizioni ed in maniera ‘preventiva’, a non voler rinnovare la tessera al sindaco di Viareggio e a tutte quelle persone che lo hanno appoggiato e che a me paiono, in realtà, molto più ‘in linea’ con gli ideali del Pd di molti altri ormai animati solo da rancori e crisi di astinenza.

“La maggioranza che oggi governa la città ha il merito di non aver consegnato Viareggio alla Lega & C; di aver arrestato, superando i mille indugi di sempre, la deriva finanziaria del Comune e pur tra mille difficoltà, di aver così avviato un difficilissimo percorso di risanamento affrontando di petto i problemi più urgenti e scottanti. E’ aria nuova per una città soffocata da problemi enormi accumulati in anni ed anni da altri, sfregiata dall’incuria di amministratori tentenna, più impegnati a curare i social network che la rinascita, il decoro o la sicurezza della città.

(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)
“In questo contesto non voglio rinunciare ad un’ultima considerazione che forse aiuta a comprendere meglio il quadro complessivo. Cecilia Carmassi, diventata alla fine funzionaria di partito non essendo riuscita ad essere eletta in alcun ruolo, afferma che sarei tenuta ‘in ammollo’ perché il mio voto in questo momento sarebbe troppo utile al Senato. Evidentemente lei ha un’opinione infima del Pd. Ma a parte ciò credo sia giunta l’ora di fare chiarezza, perché credo di aver svolto – nei limiti delle mie possibilità in Senato e sul territorio – il mio lavoro con serietà e dedizione! Certamente senza buttare via il cervello, le mie opinioni, i miei sentimenti e la mia etica. Ora dunque è arrivato il momento di sapere e lo chiedo ufficialmente agli organi del mio partito, ad ogni livello: faccio parte o no di questo partito?

“Vorrei avere una risposta chiara e al più presto, perché se qualcuno pensasse realmente che io devo (ribadisco: non certo per mia scelta) stare ‘in ammollo’ sappia che preferisco farlo al mare, nella mia città e con i miei amici”.

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ultimo aggiornamento: 05-10-2015


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