CITTÀ DI CASTELLO. Quando il Viareggio ha affrontato il Gubbio nell’ultima gara del 2015 Simone Caciagli sembrava un leone in gabbia, appiedato dal giudice sportivo. Per un turno. Basta e avanza per uno che ha quattro polmoni ed è abituato a correre per dieci, correndo e facendo a sportellate in ogni parte del campo. Contro il Città di Castello ha disputato una delle sue migliori gare della stagione: più incisivo nell’interdizione, più presente nel possesso palla, anche se in qualche caso ha tardato lo scarico sul compagno. Più che una macchia, un neo, per uno che per impegno, dedizione e generosità è da prendere come esempio. “Si prende il buono e ci accontentiamo – riflette sul pari raggiunto in extremis -, ma adesso è il caso di andare a Lourdes per accendere un cero”. Aggiunta che ha ben poco di ironico e che sintetizza lo stato d’animo suo e dell’intero spogliatoio. “Abbiamo mancato la vittoria di poco, giocato bene e subito un gol senza che il nostro portiere dovesse compiere almeno una parata”.

Caciagli estende il raggio delle considerazioni ad una stagione che ancora può essere rimessa in sesto: “Serve quella tranquillità che soltanto un filotto di successi ci garantirebbe – dice -, nessuno ci ha mai messo sotto, la verità è che creiamo tanto ma non finalizziamo. La reazione però c’è stata, non era facile raggiungere il pari”.

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ultimo aggiornamento: 06-01-2016


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