“Ho ricevuto da parte di turisti fiorentini e pisani, che volevano visitare il percorso archeologico attrezzato di Montecastrese, con partenza da Candalla, la segnalazione e le rimostranze per lo stato di degrado dell’area.”

A scrivere è la ex direttrice del museo archeologico Stefania Campetti “E’ infatti in completo abbandono la sentieristica che conduce ai resti del castello medievale, inaugurata anni fa dal Museo con l’ampia partecipazione di cittadini e turisti. Montecastrese, tappa importante di quel Progetto di Percorso Archeologico Storico e Naturalistico del Torrente Lombricese (progettato anni fa da Museo in collaborazione con Unione Comuni e Parco Regionale delle Apuane e mai realizzato) è stato oggetto qualche anno fa di una importante operazione di recupero da parte della stessa Unione dei Comuni, che ha rimesso in luce gli impervi sentieri storici sul colle dotandoli di parapetti in legno e segnaletica.

Ciò in collaborazione con il Museo e con la Provincia di Lucca, ente finanziatore dei cartelli informativi in tre lingue su tutta l’area archeologica e di numerose copie di un depliant che è stato ampiamente distribuito.

Il Sindaco si ricorderà di aver firmato la lettera di ringraziamento nella quale assicurava, a fronte dell’ impegno economico complessivo dei suddetti Enti di circa 50.000 euro, la continuità della manutenzione annuale. Oggi gran parte del percorso recuperato è sommerso dai rovi perché, dopo l’ultimo incarico da me assegnato nel 2015, nessuno ha provveduto a garantire lo sfalcio periodico della vegetazione infestante, né la manutenzione delle balaustre in legno, né la ristampa dei cartelli distrutti da azioni vandaliche.

Stesso stato di abbandono è stato riservato allo storico Mulino di Candalla sul quale il Sindaco in campagna elettorale aveva promesso di investire, dichiarando invece nel 2015 che non intendeva dedicare neppure un euro. Non solo l’antico mulino, acquisito al patrimonio comunale dalla precedente Giunta Bertola, è soggetto ai vandalismi di chi frequenta di notte il luogo, ma l’intera area di Candalla, di alta valenza ambientale e storica è colma di spazzatura, come mostra la cadente costruzione in legno che accoglieva i visitatori diretti verso Grotta all’Onda da dove partiva il pallone frenato che raggiungeva l’Albergo Alto Matanna.

Sugli annessi agricoli del mulino, ci sono ancora i teli verdi che io avevo fatto mettere nel 2013 per nascondere almeno alla vista i rifiuti abbandonati all’interno, rifiuti che il Comune non ha mai imposto di rimuovere nonostante la normativa vigente e nonostante quanto previsto anche all’art. 2 del Regolamento di Manutenzione Partecipata approvato nel 2015.

Il Sindaco, che ha recentemente compiuto con muta e casco la discesa “sportiva” del torrente appeso a un cavo, avrà certamente notato questo persistente stato di degrado e anche le scritte che deturpano il mulino, evidenti segni dello scarso rispetto per questo importante patrimonio storico.

Lo stesso degrado si può tristemente rilevare a Grotta all’Onda dove gli atti di vandalismo hanno portato alla distruzione della stratigrafia messa in luce dai nostri scavi archeologici. Anche per questa importante tappa del Progetto Lombricese, la cui manutenzione avevo affidato nel 2015 dalla Cooperativa Sociale Millefiori ONLUS, non è stato ancora realizzato il pannello informativo sulla storia delle ricerche e sulla sequenza stratigrafica che ha restituito i reperti visibili oggi in minima parte al Museo: i testi da stampare, come quelli per Montecastrese, non sono stati mai trasmessi dall’Ufficio Musei.

Certamente il Sindaco risponderà che non devo impicciarmi dei progetti del Comune e che devo godermi la pensione. Infatti me la sto godendo seguendo dall’esterno nuovi e vecchi progetti ai quali sono affezionata per avervi tanto lavorato e questo nessuno me lo può impedire: prima o poi qualche amministratore capace di percepire il valore culturale e ambientale di quest’area li realizzerà.

Magari li vedrò realizzati quando camminerò col bastone… Comunque, in questo anno di totale abbandono non sarebbe stato male che i membri del Gruppo Archeologico, (che non hanno mai voluto collaborare nello scavo di Montecastrese al centro dei loro stessi interessi) avessero imbracciato il pennato e il decespugliatore per continuare ad assicurare la fruizione pubblica del sito.

Visto anche che il Gruppo è coinvolto nel Progetto “Camaiore Antiqua: riqualificazione dei sentieri storici del territorio” approvato nel 2015. So che questo progetto partirà a breve ma perché da allora, e proprio in questo anno di intenso flusso turistico, non si è vista la partecipazione e l’iniziativa di cittadini, “garanti” e associazioni di volontariato?

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