Il coordinamento donne Filcams Cgil di Lucca esprime sconcerto per la campagna della ministra Lorenzin.

Il fenomeno della denatalità in Italia non è certo imputabile a responsabilità soggettive della donna .
Questa infelice e pericolosa campagna ministeriale ci porta indietro nel tempo, interferisce pienamente con la legittima autodeterminazione della donna.
Ancora una volta la donna viene utilizzata , in questo caso come campo di battaglia per fini economici, annientando dignità, libera scelta, libertà di esistere come individuo piuttosto che come fattrice sforna-figli per dovere verso la patria .

Questa campagna è offensiva verso tutte le donne : quelle che non possono avere figli e li vorrebbero , quelle che li vorrebbero e non possono averli perchè precarie o senza lavoro, quelle che vogliono adottare o hanno adottato, quelle che i figli per scelta non li vogliono.

Attraverso spot pubblicitari si condanna chi non è più in giovane età, si considera pubblica la fertilità e non un fatto privato e personale ( la maternità) quale è e deve essere.
Questa campagna è una drammatica ed insulsa ingerenza sulla libertà di ognuna di noi.
Di noi tutti, uomini e donne. La genitorialità consapevole è un tema delicato e sensibile a tutti e bisogna venga affrontato consegnando gli strumenti affinchè i progetti di vita possano trovare realizzazione e sostegno.
Occorrono con urgenza politiche del lavoro che creino occupazione stabile, politiche di welfare a sostegno della maternità , degli anziani; azioni che realizzino compiutamente i principi della conciliazione dei tempi; è necessario sviluppare pratiche quali la fecondazione assistita ed eterologa.

E’ della fine del 400 il manuale Malleus Maleficarum: ( più o meno il martello delle streghe): manuale investigativo su come realizzare un ingiusto processo contro false colpe per torturare e bruciare centinaia di migliaia di donne innocenti. L’unico problema era quello di essere donne, la colpa era proprio esclusivamente l’esser donna.

Sono passate centinaia di anni eppure di nuovo veniamo colpevolizzate ancora di qualcosa.
Noi non siamo colpevoli: viviamo perennemente in affanno cercando di conciliare mille impegni onerosi in assenza di un welfare che supporti il nostro diritto di cittadinanza , precarie, in cerca di lavoro ( e magari per necessità emigriamo all’estero) che ci viene remunerato in media meno dei pari maschi, con timore a rivelare al datore di lavoro una gravidanza perchè ci lasciano a casa, violate e “tanto te la sei cercata”.

Vanno ascoltate le richieste di aiuto che fa Debora, 31 anni lavoratrice degli appalti storici pulimento scuole che vive il dramma dell’incertezza del domani; di Roberto, 42 anni che lavora a chiamata nella vigilanza privata e di famiglia non se ne parla che “a malapena riesco a sopravvivere da solo”; di Stella , due lauree e lavora con vouchers come receptionist in un albergo; Ana che per avere un figlio è andata all’estero;Fulvia che subiva molestie dal suo datore di lavoro che la minacciava di licenziamento se non “ci stava”; Marco che è emigrato in Francia “e un figlio lo faremo quando riesco a tornare a casa”; Valeria che ha tre figli e si è dimessa dal lavoro perchè non ha più i genitori e senza welfare familiare ( perchè di welfare statale ce n’è poco ) non ha avuto altra scelta.
Sono solo alcuni casi di chi vive un presente precario o drammatico, un futuro che non consegna speranza quindi spegne progetti di vita .

Noi, noi donne, noi uomini, noi giovani donne e uomini, noi cittadini di questo Stato che ci consegna un’idea di società nella quale non ci riconosciamo e che vogliamo cambiare, noi diciamo si, siamo in attesa: siamo in attesa di asili nido, welfare , consultori, centri antiviolenza,investimenti in percorsi culturali e formativi sulla gestione del conflitto e delle relazioni , lavoro, diritti, salute, rispetto della libertà di scelta. Questi sono gli impegni che chiediamo e per i quali non smettiamo di lottare .

E mentre lottiamo per queste legittime rivendicazioni , il 22 settembre invitiamo tutte le donne e gli uomini che si uniscono alla nostra protesta , ad inviare al nostro sito ( [email protected]) ed al sito del ministero ( [email protected]) le vostre storie , quelle che raccogliamo ogni giorno nei nostri uffici e nelle nostre assemblee: per dire che siamo in attesa di uno Stato che rimuova gli ostacoli per il pieno sviluppo della persona umana.

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ultimo aggiornamento: 21-09-2016


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