È opinione comune, tra i dirigenti del Viareggio, che più delle parole contino i fatti. A fari spenti monitorano una situazione indubbiamente complicata da maneggiare. La città, o meglio, quei pochi tifosi che ancora hanno a cuore le sorti dei colori bianconeri, vogliono sapere a cosa andrà incontro il club se l’impasse perdurerà. La società riduce al minimo sindacale la comunicazione verso l’esterno, limitatamente alla questione prioritaria. E aspetta con tacita impazienza il consiglio d’amministrazione di domani sera (17 ottobre).

Beppe Vannucchi parla di un patto stipulato tra giocatori e dirigenti ad inizio settimana: parlare esclusivamente delle vicende del campo. “Non lo sapevo. Allora io non c’ero…”, il commento di un Marco Masi dietro il cui sorrido beffardo si cela l’infinita amarezza per una stagione che tante gioie avrebbe potuto regalare a lui e alla squadra. “Io da domani non mi aspetto nulla. Ogni volta ripetiamo le solite cose, non ne vale la pena. Il gruppo è sano e compie il suo dovere. Ma sta soffrendo, è inevitabile che a volte subentri lo sconforto”.

Ha visto un bel Viareggio nel primo tempo, a corrente alternata nel secondo. “La gara l’abbiamo interpretata nel modo giusto. Ci sono stati dieci minuti di rilassamento ad inizio ripresa, loro ci hanno messo coraggio e noi abbiamo accusato un po’ di fatica. Per poco non rischiavamo di perdere, anche se le occasioni le abbiamo avute. Talvolta serve quella fortuna che non ci ha assistito. Rispetto a Massa ho notato grandi progressi: eravamo più compatti e più determinati”.

Non potrà mai sapere Masi se in assenza della disastrosa situazione societaria questa gara il Viareggio l’avrebbe vinta. “Sicuramente saremmo scesi in campo con quella tranquillità che spesso ti permette di esprimerti meglio”.

 

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ultimo aggiornamento: 16-10-2016


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