Fidapa BPW Versilia presenta “Testimoni d’accusa” nella cornice di Villa Argentina sabato 25 febbraio alle ore 17.30, evento patrocinato anche dalla Provincia di Lucca (via Vespucci, 44 – Viareggio). Dialogheranno insieme all’autore Silvia Belli e Claudia Menichini, mentre le letture saranno affidate a Lucia Puccetti.

A due anni di distanza da “Frammenti. Fermi-immagine di piccole imperfezioni quotidiane” (Ensemble, 2014), opera prima con cui si è aggiudicato il prestigioso premio letterario Giovane Holden 2016, Fabrizio Bartelloni, magistrato onorario presso la Procura di Lucca, torna a Viareggio – dopo i molti anni trascorsi nelle aule giudiziarie in veste di Pm – per presentare il suo secondo libro: “Testimoni d’accusa – manuale di confessioni involontarie”, pubblicato dalla promettente casa editrice pisana MdS Editore.

Al pari del volume precedente si tratta di un’antologia di racconti. “Anche se”, avverte l’autore, “è una raccolta decisamente originale perché i ventisei momenti che la compongono non sono uniti dal filo rosso di un unico tema o dell’appartenenza al medesimo genere letterario, ma dal loro dialogare con le nostre pulsioni e emozioni più profonde, con quei moti dell’animo che affondano negli abissi dell’inconscio per poi affiorare in superficie sollecitati da un incontro, un’immagine, una parola.

Per realizzare quest’ambiziosa impresa, le storie sono state raggruppate in 4 distinte sezioni (Collisioni – Divagazioni – Inquietudini – Perversioni), evocative di umori, pulsioni, declinazioni del sentire, ed espressione di punti di vista e modi diversi con cui raccontare la stessa realtà. “Questo anche per consentire al lettore”, continua Bartelloni, “di assecondare il proprio stato d’animo e scegliere, di volta in volta, in quale specchio guardarsi, con quale compagno di viaggio esplorare i territori più nascosti del sé”. Perché i testimoni d’accusa di cui parla l’autore sono proprio loro, i racconti stessi, capaci di aprire la vista su ciò che è più profondo, nascosto, a volte occultato, obbligando non solo chi li ha scritti ma anche il lettore a rendere delle “confessioni involontarie” e confrontarsi con dubbi, paure, istinti e tentazioni che appartengono a ognuno di noi. E’ impossibile infatti, sfogliando le pagine del libro, non riconoscersi in quegli stati d’animo, non partecipare e arricchire con il proprio sentire e il proprio vissuto il carosello di percorsi, trame, invenzioni e deviazioni che Fabrizio Bartelloni fa compiere ai suoi personaggi. “Personaggi spesso femminili”, precisa l’autore, “perché ho sempre pensato che le donne abbiano una sensibilità e una complessità che consente loro di scandagliare e decifrare meglio gli abissi dell’animo umano, di cogliere le infinite sfumature del sentire che possono nascondersi dietro un gesto o dietro un silenzio, nelle pieghe di una scelta o di una rinuncia”. “Ho imparato moltissimo dalle donne che ho conosciuto nel corso della mia vita”, continua Bartelloni, “e questo libro vuole essere anche un modo per ringraziarle”.

Un’opera articolata, dunque, varia per toni e stili, eppure al tempo stesso con un’identità chiara e forte. Un’opera soprattutto coraggiosa, come spiega Athos Bigongiali nella sua nota di postfazione, per i temi trattati, “per la scelta di affidare le sue storie alla forma di espressione letteraria del racconto: arte tanto nobile quanto ardua da praticare”, e per avere messo l’autore “in gioco tutto se stesso”, offrendo “un motivo in più, per noi, per avvicinarsi a questo libro e condividerne leggendo la serrata qualità della scrittura e con essa gli interrogativi che propone sul significato dell’esistenza e sul mondo che ci è dato di vivere, qui e ora, ciascuno come può ma senza perdere i valori di umanità così ben richiamati da queste imperdibili storie.”.

 

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