Annusare una città per scoprirne la storia. È la singolare iniziativa sviluppata dall’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana”, che da anni grazie alla presidente Roberta Martinelli (già direttrice del Museo nazionale delle Residenze napoleoniche dell’isola d’Elba) studia l’impronta di Napoleone Bonaparte e dei Napoleonidi in Toscana, e in particolare a Lucca, dove Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella dell’Imperatore, resse il governo dal 1805 al 1815.

Con il suo arrivo la città delle mura si trasformò radicalmente, a partire dal fatto che il governo veniva retto da una donna. Fra le molte innovazioni, secondo la moda dell’epoca, Elisa importò le piante “nuove”, che entravano in Europa in quegli anni dalle spedizioni nel mondo, e in particolare in Australia. Magnolie, mimose, camelie arrivarono ad ornare una città mentre i giardini, da luoghi riservati, diventavano pubblici.

Oggi, grazie al lavoro di Simonetta Giurlani Pardini, esperta di storia del profumo, e del professor Paolo Emilio Tomei, docente di Botanica all’Università degli Studi di Pisa, tutti possono conoscere questi testimoni centenari del tempo, o i loro nipoti, in un percorso storico olfattivo fatto di 14 tappe in giro per la città, che non ha biglietto di ingresso e che aspetta solo di essere letto. Anzi: annusato. E quale momento migliore della primavera per poterlo fare?

“Attraverso i profumi di una città – spiega Simonetta Giurlani Pardini – la si può conoscere profondamente. Se, poi, si approcciano le piante come testimoni, ecco che si apre uno scenario profondissimo di racconto della città attraverso questi esseri viventi che vengono da prima di noi e ci supereranno. Le piante stesse, sono ai loro posti per una serie di regole sociali, decisioni urbanistiche e scelte culturali. Così, con queste informazioni, si ha accesso diretto non solo alla bellezza di un essere vivente vegetale con la sua storia, che oggi incontra noi ma che ha visto passare migliaia di persone sotto la sua chioma, ma che è anche chiave di lettura della nostra società, di chi siamo noi oggi. Pensate alla bellezza di guardare una pianta che a sua volta ci guarda, testimone del tempo e degli avvicendamenti umani”.

Il percorso didattico e turistico è accessibile a tutti gratuitamente, e in ogni momento dell’anno. La mappa è scaricabile dal sito dell’associazione: http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com

Di seguito la legenda completa dei punti.

Questa iniziativa fa parte del più ampio progetto sulla città napoleonica “Da Parigi alla Toscana: il gusto di vivere al tempo di Napoleone ed Elisa”, nato nel 2002 da un’idea di Roberta Martinelli e portato avanti in collaborazione con gli enti cittadini e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Livorno.

Per informazioni: http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com, www.facebook.com/napoleonidi/

Lucca olfattiva – La mappa

Elisa Bonaparte-Il percorso olfattivo-pianta della città

1,2,3,4 – Le Mura
Con l’Impero napoleonico si promuove per la prima volta la realizzazione di giardini pubblici. Il “ritorno alla natura” di Jean-Jacques Rousseau è stato accolto e messo in pratica: camminare fra gli alberi non è più un privilegio di pochi o una concessione e il principio di vivere nella natura nelle città si compie anche attraverso la realizzazione di piazze e viali alberati. La Principessa Elisa realizzò alla fine del 1810 il “Passeggio delle Mura” tra i baluardi san Colombano e san Donato affidandone la progettazione all’ingegnere francese Charles Sambucy. Da allora le Mura divennero il luogo per eccellenza in cui svolgere il rito della passeggiata.
Elisa ordinò di sbassare i parapetti per favorire la vista del paesaggio esterno alla città e fece aggiungere tigli, platani, alberi del tulipano, paulownie, magnolie ai pioppi e agli olmi già presenti. Elisa infatti pensava che gli alberi fossero l’ornamento che forma l’amenità della muraglia.

5 – Orto Botanico
Nato da un progetto voluto da Elisa fu poi realizzato dalla Duchessa Maria Luisa nel 1820. Molte delle piante che furono inserite nell’Orto Botanico vennero scelte fra le rarità della Villa Reale di Marlia. Il primo arrivo a Lucca della camelia avvenne quando dai Giardini di Caserta fu mandata un’ingente spedizione di piante rare, spedizione alla quale sovrintese personalmente il fratello di Elisa, Giuseppe Bonaparte, in quel
momento re di Napoli.
Sono presenti nell’Orto Botanico molte specie arboree introdotte a Lucca da Elisa, come l’albero dei ventagli, la magnolia, piante come l’olivo odoroso, e specie erbacee come nuove qualità di dalie e peonie.

6 – Palazzo Froussard e Palazzo Matteucci
Nell’area della nuova Porta Elisa, che fu aperta nel 1811, furono realizzati per i ministri del Governo del Principato di Lucca, Froussard e Matteucci, questi due palazzi. Entrambi avevano caratteristiche architettoniche tipicamente francesi, come la stessa via Elisa ispirata alla parigina Rue de Rivoli. Lungo i fronti posteriori si svilupparono i giardini, proiezione intima dell’ufficialità delle sedi ma, ancora oggi, ben
visibili dalle mura urbane. In questi giardini sono presenti magnolie, cedri e mimose. La mimosa era una delle nuove specie vegetali arrivate con la spedizione in Australia voluta da Napoleone nel 1800 e organizzata dal capitano Baudin.
Chiude il giardino di palazzo Froussard il Teatro di Verzura.

7,8 – Villa Bottini
Villa Bottini fu acquistata da Felice Baciocchi nel 1811. È in questo giardino che vive l’esemplare di platano più grande di tutta la Lucchesia. Ha una circonferenza di oltre 7 metri ed una chioma che supera i 25 metri di altezza ed è un testimone del Principato napoleonico. Il giardino è arricchito anche da magnolie, specie introdotta a Lucca nel parco di Villa Reale.

9 – Magnolia bicentenaria
Si trova nel chiostro della scuola primaria Giovanni Pascoli, ed è visitabile su richiesta.

10,11 – Palazzo Micheletti e piazza S.Giovanni
Si segnalano per la presenza di magnolie e di glicini: quest’ultima specie apparve per la prima volta in Francia nel giardino della Malmaison e a Lucca a Villa Reale. Un esemplare di straordinaria bellezza si può
ammirare in piazza San Giovanni, in quello che era l’antico orto della prioria della chiesa, che Elisa trasformò in Archivio. Nel periodo della sua fioritura la piazza viene inondata del suo intenso profumo.

12 – Piazza Napoleone
Elisa aveva il progetto di trasformare Lucca in una città capitale sul modello di quanto stava realizzando Napoleone a Parigi. Davanti al Palazzo residenza dei Principi Baciocchi, venne demolito un intero isolato per lasciare spazio all’apertura di Piazza Napoleone. Gli alberi inseriti da Elisa erano gli olmi, che in seguito saranno sostituiti con i platani.

13 – Giardino di Palazzo Orsetti
Un tempo di proprietà della famiglia Orsetti e oggi sede del Comune, nel suo giardino sono presenti magnolie, glicini e tigli. Dagli Orsetti, Elisa il 4 luglio 1806 acquistò la Villa di Marlia che da allora ha assunto la denominazione di Villa Reale.

14 – Museo Nazionale di Palazzo Mansi
Nel museo è conservato il ritratto di Elisa Bonaparte realizzato da Marie Guillemine Benoist nel 1805. La Sovrana è seduta e vicino a lei si vede un vaso di crisantemi giapponesi. In Europa i primi esemplari di crisantemo arrivarono in Olanda nella seconda metà del ‘600, importati dal Giappone. Non ebbero alcun successo e la loro coltivazione si interruppe immediatamente. Passò più di un secolo prima che, alla fine del ‘700, giungessero in Francia dall’Inghilterra. Da quel momento cominciò la loro fortuna e si diffusero su tutto il territorio Europeo.

L’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana”, ha realizzato negli anni studi nei più importanti Archivi italiani e negli Archives nationales di Parigi, dando vita ad un progetto volto a ricostruire il clima culturale formatosi negli anni della presenza di Napoleone ed Elisa in Toscana che conta ormai diverse decine di appuntamenti realizzati tra Lucca, Livorno, isola d’Elba, Firenze e Parigi: conferenze, mostre nazionali ed internazionali, pubblicazioni ed incontri che hanno coinvolto le più importanti personalità del mondo napoleonico, suscitando notevole interesse tra gli addetti ai lavori e riuscendo anche a conquistare l’attenzione di un vasto pubblico che ha apprezzato la sua impostazione e vi ha trovato un utile approccio per entrare nella complessa vicenda del mito di Napoleone.

In vista del Bicentenario dall’insediamento del Ducato di Maria Luisa di Borbone, che ricorre nel 2017, l’associazione ha avviato, in accordo con il Comune di Lucca, attività di studio e ricerca finalizzata all’approfondimento delle conoscenze di questo periodo storico di cruciale rilievo per la città. Al vaglio anche l’ipotesi di un evento espositivo che, nel 2017, ripercorrerebbe Lucca capitale tra il Principato di Elisa e il Ducato dei Borboni.

Il progetto “Da Parigi alla Toscana: il gusto di vivere al tempo di Napoleone e Elisa” (http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com) è nato nel 2007 sulla scia del rinnovato interesse verso il periodo napoleonico lucchese e toscano, stimolato dalle mostre e dal lavoro realizzati a partire dal 2002 dalla dottoressa Roberta Martinelli a Palazzo Ducale, comprende iniziative che si svolgono durante tutto l’anno in diversi luoghi della Toscana (Lucca, Livorno, Elba) ed è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Fondazione Livorno.
In questi anni ha preso vita una lunga collezione di eventi, tra cui si ricorda la mostra che Roberta Martinelli e Velia Gini Bartoli hanno curato ed allestito al Musée de l’Armée di Parigi, dal titolo “Avec Armes et bagages. Dans un mouchoir de poche” (26 ottobre 2012 – 13 gennaio 2013; 238 oggetti esposti, con la partecipazione di 25 soggetti tra musei, biblioteche internazionali e raccolte private), nata in seguito alla mostra “Mito e Bellezza” (Lucca, 2009-2010), e che ha ispirato un nuovo filone di studi internazionali sul rapporto tra l’Imperatore e il costume.

Grazie agli studi inediti condotti in archivi italiani e francesi, recentemente è stato riportato all’aspetto originario il Palazzo dei Mulini di Portoferraio, reggia imperiale di Napoleone all’isola d’Elba, nella suddivisione degli spazi e nelle facciate che egli aveva voluto. L’intervento è oggetto del volume di Roberta Martinelli e Velia Gini Bartoli “Napoleone Imperatore, imprenditore e direttore dei lavori all’Isola d’Elba”, Gangemi 2014.
È stata inoltre presentata nel maggio 2015 all’Archivio di Stato di Lucca una preziosa scoperta tutta toscana: la cravate che l’Imperatore lasciò all’Elba, sul suo cuscino, la notte della fuga.

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ultimo aggiornamento: 27-04-2017


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