In tre fanno 132 anni di storia. Quasi un secolo e mezzo spesi tra campi, stalle e viti. Non sempre facili. Le rughe, tante quante le stagioni che hanno vissuto in prima linea, le mani grandi e robuste e la pelle, “arsa” dal sole delle estati come gli anelli degli alberi che misurano l’età sono, insieme alla passione smisurata per terra ed lavoro, i segni distintivi dello loro lunga “carriera”. Volti ed esperienze che potrebbero raccontare, come pochi, la storia dell’Italia degli ultimi 60 anni. Modelli per i giovani che li scrutano da lontano con il rispettoso atteggiamento delle nuove generazioni destinate a portare avanti la lunga tradizione dell’agricoltura in lucchesia, sono il simbolo dell’agricoltura tradizionale che ha abbracciato il futuro senza timore. Ci sono alcuni imprenditori agricoli di Coldiretti tra le imprese più longeve premiate dalla Camera di Commercio di Lucca in occasione della cerimoni della “Fedeltà al lavoro e del progresso economico”. Sono Pietro Cardella di Capannori che con i suoi 55 anni di attività – la sua azienda è specializzata nella produzione di verde ornamentale dal 1962 – è il decano del trio di agricoltori di Coldiretti; Pietro Boschi, ancora di Lammari, con i suoi 43 anni vissuti nelle stalle: la sua azienda è specializzata nell’allevamento di limousine; Gino Fuso Carmignani, viticoltore di Montecarlo ed anima del Consorzio di Tutela con 34 annate consumate tra viti e botti. “Tre campioni di impresa – spiega Cristiano Genovali, Presidente Coldiretti Lucca – che sono passati attraverso le rivoluzioni agricole che si sono avvicendate in 60 anni di storia e che hanno saputo adattarsi ai cambiamenti e ad un mercato sempre più difficile e globale. L’agricoltura lucchese sta vivendo una profonda trasformazione grazie al cambio generazionale che sta avvenendo nelle imprese; figli e nipoti che ereditano il timone ma anche molte aziende nate da zero si stanno affacciando sul mercato sostenute dai bandi della Regione Toscana.”  “Un cambiamento ancora lento, ma in atto – spiega Maurizio Fantini Direttore Coldiretti Lucca – se teniamo ben presenti i numeri statistici: in provincia di Lucca 1 impresa su 2 è guidata da un imprenditore con più di 60 anni. Il dato è in linea con il trend nazionale. L’agricoltura, come tutti gli altri settori, sta modificando il suo assetto generazionale. A farci guardare con ottimismo sono quelle quasi 700 imprese che sono dirette da giovani con meno di 39 anni che stanno crescendo e che garantiranno una prospettiva ad un settore strategico per la provincia di Lucca e la Toscana. Pietro, Piero e Gino sono le icone di un’agricoltura che ha saputo percorrere tutti i cambiamenti e trasferire sulle nuove generazioni il sapere e l’amore contribuendo alla manutenzione del territorio e all’immagine del Made in Tuscany nel mondo”.

 Il cambio di testimone ha caratterizzato tutta la storia di molte realtà lucchesi come l’azienda di allevamento Boschi a Lammari: l’azienda, alla quinta generazione, nata nel 1850, è ora nelle mani di Paolo Giuseppe Boschi, 27 anni. Paolo è stato premiato da Coldiretti, insieme ad altri 25 giovani imprenditori nelle scorse settimane in occasione dell’inaugurazione della nuova sede in via Augusto Passaglia. Il padre, Pietro, gli ha lasciato le redini nel 2010 e lui, da figlio d’arte, le ha seguite portando in stalla innovazione, nuove energie e processi di allevamento moderni senza mai perdere di vista la qualità: “all’inizio non volevo intraprendesse questo mestiere perché è duro e faticoso ed infatti lo avevo spinto a trovare un altro lavoro. – racconta il padre – Poi, una sera, mi ha convinto e ho deciso di lasciarli l’azienda dove ora sono io a collaborare con lui. Lavorare insieme a tuo figlio? Ci si becca spesso ma è un rapporto meraviglioso. Ha passione e si alza alle 4 di notte senza battere ciglio. Sta portando avanti l’eredità che mi è stata lasciata dalla mia famiglia. Allevamento ancora con metodo tradizionale con foraggio naturale e con grande attenzione al benessere animale. Mio figlio ha portato un contributo indispensabile per far fare un passo in avanti, verso l’innovazione, all’azienda. Stiamo investendo molto: presto avremo una nuova stalla”. I tempi in cui il lavoro era esclusivamente manuale sono andati in pensione: “ora abbiamo un carro miscelatore e molti strumenti che velocizzano e rendono meno faticosa la gestione della stalla. Si può ancora vivere bene con l’agricoltura basta solo produrre prodotti di qualità e non prendere in giro il consumatore”.

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ultimo aggiornamento: 08-06-2017


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