“Quando i cittadini rinunciano alle cure significa che la riforma ha fallito. Le elezioni del 4 marzo sono una tappa importante ma il nostro obiettivo, prima di tutto come cittadini e toscani, sono le regionali. Un buon risultato di Forza Italia e del centro destra alle politiche ci consentirebbe di continuare in difficoltà un sistema di potere che gestisce la nostra vita da 50 anni senza alcuna alternativa politica. La nostra sanità è al collasso e basta fare un giro sul territorio per accorgersi che la riorganizzazione ed i tagli hanno creato solo disagi e caos penalizzando le periferie: mi impegnerò, insieme ai nostri alleati, per abrogare la legge 84 principale colpevole di non garantire una sanità a misura di paziente”: è quando ha detto Massimo Mallegni, tre volte sindaco di Pietrasanta e candidato al Senato della Repubblica per il centro destra nel collegio uninominale Toscana 5 (Lucca e Massa Carrara) e capolista per Forza Italia nel listino proporzionale Toscana 1 (Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato e Firenze) in occasione di un incontro con i medici ed operatori sanitari in Versilia. Celebri i suoi blitz al pronto soccorso dell’Ospedale della Versilia, la battaglia per la chiusura (avvenuta) del poltronificio della società della salute e le segnalazioni ormai quotidiane dei disservizi e dei disagi che i pazienti subiscono. “La legge regionale 84 approvata in fretta e furia ha minato le basi del sistema sanitario regionale che aveva sempre, fino a quel punto, dato risposte ai cittadini. Il personale è ridotto ai minimi termini e come se non bastasse il governatore Rossi ha annunciato altri 45milioni di euro di tagli spingendo di fatto, i pazienti verso le cure private e verso un esborso di denaro quando il servizio dovrebbe essere pubblico. Tagli che saranno ancora più incisivi per quelle realtà periferiche come la Lunigiana e la Garfagnana dove la popolazione anziana è numerosa e ha difficoltà di mobilità e spostamento per raggiungere le mega strutture di costa”. Mallegni fa un passo indietro: “siamo passati dal buco dell’Asl di Massa all’accorpamento delle Asl che avrebbe dovuto ottimizzare le risorse e non certo tagliarle. Non sono bastati i ticket imposti ai pazienti sulle prestazioni che ha posto il sistema pubblico in netto svantaggi rispetto ai privati che erogano lo stesso servizio ma con tempi decisamente diversi. Non sono bastati i sacrifici del personale, di medici, infermieri, operatori che stanno reggendo, sulle loro spalle, il peso della riforma. Eppure la sanità pubblica è sempre stato un tema tanto caro alla sinistra”. Secondo Mallegni la strada è “abrogare la legge 84 e riunire in un tavolo tecnico regionale tutte le professionalità per ridisegnare il sistema sanitario dall’interno nell’interesse della salute e non certo del bilancio”. Info su www.massimomallegni.com

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ultimo aggiornamento: 24-02-2018


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