Per quanto concerne la posizione di Camaiore, la vicenda CAV si è esaurita, così come la nostra pazienza di dover pagare sempre per l’irresponsabilità di altri che non si sono mai letti lo Statuto consortile, approvato dai Consigli comunali nel 2008.

 

L’attuazione dell’accordo di programma per la qualità delle acque è messo a rischio da provvedimenti regionali illegittimi, che privano la sperimentazione delle risorse che sostengono il lavoro dell’Università e della Società che gestisce gli impianti (oltre 700mila euro).
E a rischio, dunque, finisce la balneazione – già duramente provata dai tempi biblici dei finanziamenti del gestore del servizio idrico integrato.

In tutto questo, come soggetto attuatore, Camaiore ha anche anticipato somme che, adesso, richiedono alla Regione di rimborsare anche gli interessi: altrimenti, com’è ovvio, le carte finiranno davanti alla Corte dei Conti, poiché c’è un danno causato al nostro Comune dal mancato pagamento delle somme dovute.

 

I cittadini di Camaiore non possono essere la Banca della Regione. Tutto ciò per un capriccio politico e con un’aberrazione giuridica che nemmeno sta nei casi scolastici da tanto che è marcatamente illecita.

Dovevano essere bloccati i crediti solo dei Comuni che si sottraggono alle fediussioni; invece questi, – anche tramite fondazioni o partecipate – continuano a prendere soldi da “mamma Regione”.

Una presa in giro intollerabile e offensiva dell’intelligenza delle persone.
Con il “giochino” della delibera di Giunta, è persa ogni minima serietà: o bloccano davvero tutto a tutti quelli che si inventano bugie e scuse, oppure avranno preso in giro le Amministrazioni serie che sinora hanno lavorato per risolvere i debiti milionari, peraltro causati proprio dalla politica regionale degli anni ’90 e dal cercato commissariamento che portò all’inceneritore eretto dal Consorzio Etruria e da Termomeccanica.

 

Ma non basta.

Manca ancora la modifica dell’accordo di programma per dare all’Università 186mila euro che servono per la lettura dei monitoraggi dei prossimi mesi: è da luglio 2017 che lo chiedo ed è da novembre che hanno promesso, per poi sparire tutti con la scusa del caos sulle garanzie di CAV, non certo causato da Camaiore.

 

Da dicembre, inoltre, Camaiore chiede la convocazione del Comitato di Sorveglianza:

1) c’è da fare il punto sui “nasi elettronici”;

2) c’è da fare il punto sulle modifiche all’Accordo di Programma del 2014;

3) c’è da fare il punto per la prossima stagione balneare;

4) c’è da fare il punto sui tempi di GAIA e sul periodo che verrà dopo maggio 2019, mese finale della sperimentazione;

5) c’è da fare il punto sui Comuni che non stanno facendo controlli sulle fognature bianche (pur trovando il tempo di continuare a scrivere a vanvera sulla sperimentazione).

 

Basta aprire un’agenda, condividere un paio di date e la soluzione è a portata di mano.

 

Spero che la Regione si renda conto di quanto poca è la serietà usata con Camaiore e i suoi cittadini nella vicenda delle garanzie di CAV, magari recuperando la credibilità persa.

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Falsi addetti Gaia a Camaiore

Codice rosa, nel 2017 oltre 3.000 casi, dal 2012 più di 17.000