Mani molto forti, sempre coperte di polvere e dall’immancabile smalto rosa che le ha permesso di scalare con un sorriso anche le vette altissime della libertà.
La storia di Nasim Eshqi, la scalatrice più famosa dell’Iran, arriva sulla piattaforma Eppela grazie alla regista viareggina Francesca Borghetti che, dopo aver presentato proprio i giorni scorsi la bozza del suo progetto al Trento Film Festival, spera di vederlo diventare un vero e proprio film. 
Scade il 5 giugno la raccolta fondi per la realizzazione di ‘Climbing Iran’, il film dedicato alla storia della ‘scalatrice dallo smalto rosa’ che, ad oggi, conta quasi 50 sostenitori e oltre 2mila euro di donazioni. Una storia mai stata raccontata, quella della climber di Teheran, che è diventata già il simbolo dell’emancipazione: cresciuta in un contesto popolare e tradizionalista, Nasim ha seguito il richiamo degli spazi aperti e delle immense, magnifiche, montagne persiane ed ha deciso di esplorare territori nuovi, andando oltre quelle barriere imposte che consentono alle donne di praticare solo su pareti “indoor” nelle palestre, solo in determinati orari, tra donne e col capo coperto dal velo. Come donna è la pioniera dell’arrampicata sportiva all’aperto, dove un manipolo di giovani donne oggi la seguono.
Ma nel free climbing è fondamentale la presenza di un compagno di cordata, ed è difficile per Nasim trovare la persona giusta con cui assumersi nuove sfide al suo livello ed aprire “nuove vie” in Iran. La montagna da scalare infatti non è solo fisica, è fatta anche di barriere culturali: gli uomini più esperti non sono facilmente disponibili, se sono religiosi o sposati non vanno ad arrampicare con una donna, le ragazze, al momento, non sono esperte quanto lei. Quando riesce ad ottenere il visto viaggia molto partecipando a festival di free climbing in Turchia, Oman e talvolta in Europa, dove può cimentarsi sulle Alpi, patria dell’alpinismo e del climbing.
È così che la scalatrice con lo smalto rosa accumula l’esperienza che l’ha resa una fuoriclasse a tal punto da fare del free climbing outdoor, unica in Iran, la sua professione. In Iran sul Monte Behistun, un enorme promontorio che si erge nel deserto, antico luogo sacro e oggi patrimonio dell’Unesco, Nasim vuole realizzare la sua nuova impresa e dare il nome ad una “nuova via” in un percorso di autodeterminazione e riconoscimento che lotta con la necessità vitale di rimanere nell’ombra.
In Europa, dove centinaia di brand si competono il mercato, si apre la possibilità per Nasim di aprire una nuova via proprio sulle Alpi ed entrare a pieno titolo nel gotha dell’alpinismo. In questa epopea, la montagna è l’ambiente in cui si compie l’azione cruciale, è il luogo in cui la vera fatica, la sfida fatale, diventa luogo di libertà. Una dimensione che riposiziona l’uomo di fronte ai suoi limiti e relativizza la sua smania di controllo, l’onnipotenza delle sue ideologie.
Quando scala, di fatti, lo fa senza velo: “Il vento lo porta via”, dice Nasim. E con lo smalto rosa sulle unghie: “Mi chiedono spesso perché mi metto lo smalto visto che arrampicando si scheggia. Lo so, ma mi piace vederlo quando scalo e la sera, quando mi guardo le mani ed è tutto rovinato sono contenta, vuol dire che ho fatto un buon lavoro”.
“Ho sviluppato per un anno e mezzo il progetto fino ad arrivare ad una sceneggiatura piuttosto dettagliata – spiega la regista Francesca Borghetti - ho realizzato una prima intervista e, successivamente, ho effettuato un viaggio di sopralluogo in Iran. Figura chiave del viaggio è stata Hamid Habibzadeh, free climber. Grazie al sostegno di amici e amiche ho deciso di pensare ad una campagna di crowdfunding che permetta al documentario di continuare a costruirsi. Con questo progetto – conclude la regista - vorrei contribuire alla crescita del dialogo interculturale tra Italia e Iran e rivelare qualcosa che il normale ‘discorso’ sul’Iran non trasmette: l’energia positiva delle sue persone, un paese dinamico e complesso”.


Come verranno utilizzati i fondi Il sostegno dei donatori, che mira a una quota finale di 10mila euro, sarà prezioso per contribuire alle riprese in Iran e sarà investito in particolare per la settimana di riprese speciali, quelle che avranno bisogno di un allargamento della troupe anche con elementi tecnici che possano garantire le riprese sul monte Besotun.

La regista Nata nel 1971 a Viareggio, Francesca Borghetti si occupa di documentari dal 2000, maturando esperienza nell’ ideazione, scrittura, produzione, regia di prodotti audiovisivi in particolare nel documentario narrativo. Diplomata Eurodoc nel 2010 e finalista al Premio Solinas 2011 e nel 2017 con documentari di lungometraggio. Dopo una consistente esperienza in Doclab nello sviluppo dei contenuti, è stata responsabile dello sviluppo autrice e curatrice per Fabulafilm dei documentari Sotto il Cielo Azzurro di E.Winspeare con Rai Cinema; di Tzigari una Storia Rom con History Channel di cui è coautrice del soggetto; di Arapha ragazza dagli occhi bianchi con Rai Doc3 di cui è anche co-autrice e coproduttrice. La regista è co-autrice e co-regista di La forza del destino. Contadini e democrazia, per Rai Storia. Ha inoltre partecipato alla fase di lancio del canale Babel Tv (Sky), curando i 104 episodi di produzioni originali di genere documentario.
E’ autrice e regista di Viva la mamma, mini serie doc trasmessa da Arturo Tv. Ha firmato come autrice la serie di documentari “Dancing Stories” prodotta da Rai 5, firmando come autrice e regista anche la serie "Un mondo di Donne" prodotta da Userfarm per Rai Storia.

Per sostenere il progetto è possibile visitare la pagina https://www.eppela.com/it/projects/18576-climbing-iran
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