“Dopo che oralmente nel corso del Consiglio comunale di ieri e subito dopo mediante pec alla Prefettura di Lucca, ho segnalato l’ennesimo ritardo di I Care nel far fronte alla richiesta delle copie dei verbali del cda della società a partire dal 1 maggio e della copia del contratto intercorso fra I Care e Nexive (soggetto incaricato delle notifiche poi risultate tardive), nella tarda mattinata di stamani mi è stato consegnato un voluminoso incartamento che necessita di attente verifiche e riscontri. Anche perchè, nel corso del Consiglio Comunale di ieri, sono emerse, per bocca dei rappresentanti della Giunta stessa, novità rilevanti”.

Lo scrive in una nota Massimiliano Baldini:

“Ad esempio  che a maggio 2019 il servizio tributi, oggi nelle mani di I Care, nuova società creata dall’amministrazione Del Ghingaro sulle ceneri della Viareggio Patrimonio fallita, passerà nuovamente di mano a causa del testo unico Madia. Una situazione ed una problematica che fu segnalata, nell’aprile del 2017, dal sottoscritto insieme ai rappresentanti in Consiglio Comunale di Lega, M5S e Forza Italia e che fu preludio dell’istanza ad Anac, poi protocollata proprio il 12 aprile 2017, e probabilmente molto prossima ad una pronuncia. Ma, addirittura, sin da oltre due anni fa, va ricordato che gli stessi revisori dei conti, in data 19 marzo 2016, nell’esprimere parere contrario alla proposta di deliberazione avente come contenuto la trasformazione di Asp in società a responsabilità limitata, al punto 12 evidenziarono che  è in procinto di essere approvato in via definitiva lo schema di decreto legislativo recante testo unico in materia di società a partecipazione pubblica’, il decreto Madia appunto, segnalando dal predetto schema le norme per cui ‘l’atto deliberativo di costituzione di una società a partecipazione pubblica deve essere analiticamente motivato con riferimento alle necessità della società per il perseguimento delle finalità istituzionali evidenziando altresì le ragioni e le finalità che giustificano tale scelta anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria’, aggiungendo che, il medesimo schema di decreto, poi approvato, prevedeva che ‘nei cinque anni successivi alle dichiarazioni di fallimento di una società a controllo pubblico titolare di affidamenti diretti, le pubbliche amministrazionin controllanti non possono costituire nuove società, nè acquisire o mantenere partecipazioni in società qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita. Non vi è ombra di dubbio pertanto che i campanelli di allarme vi fossero da tempo e che, anche alla luce di quanto accaduto alla Viareggio Patrimonio ed alle conseguenze patrimoniali evidenziate dallo stesso Curatore Fallimentare qualche giorno or sono, sia giustificato focalizzare l’attenzione sulla gestione e sulle sorti di questa società, fiore all’occhiello della Giunta Del Ghingaro ma che, già nata con il parere contrario dell’allora Collegio dei revisori dei conti e con tutti i dubbi che anche molti di noi ebbero modo di esprimere e formalizzare avanti Anac, pare avere il destino già segnato”.
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