Nel pomeriggio del 14 settembre il senatore Gianluca Ferrara, Movimento 5 Stelle, ha effettuato un sopralluogo in località Botolo, nella bonifica di Massarosa, nei terreni interessati dai ripetuti incendi di torba che provocano da giorni forti miasmi e cattivi odori in quasi tutta la Versilia, da Torre del Lago fino a oltre Forte dei Marmi. Nella visita, con verifica ispettiva della situazione, il senatore era accompagnato da Daniele Bernardi, Consigliere Comunale del Movimento 5 Stelle di Massarosa, dall’attivista viareggino Enrico Santambrogio, dal geologo Giampiero Petrucci e dal dottor Valerio Cinti del Comitato Viareggio Aria Pulita e dintorni

Il sopralluogo ha permesso di verificare la persistenza di incendi su vasta area, con roghi ancora attivi di sterpaglie e canneti, in prossimità del Canale Burlamacca, in zona di pertinenza del Parco. Una sola ruspa escavatrice era all’opera, tentando di arginare con difficoltà l’estendersi delle fiamme, mentre è stata notata la totale assenza di allagamenti dei terreni arsi. Nell’aria, oltre al fumo acre e persistente, risultavano chiaramente percepibili cattivi odori e miasmi tali da provocare fastidi alle prime vie respiratorie.

La torba, per sua natura, è soggetta ad infiammarsi facilmente, soprattutto nelle condizioni esistenti attualmente nel bacino lacustre di Massaciuccoli dove la continua ed estrema bonifica dei terreni paludosi mediante idrovore, ha provocato l’abbassamento della falda acquifera e la subsidenza dell’intera area, con conseguente compattazione dei terreni torbosi. Le temperature estive sono l’ultimo tassello in un quadro al limite: talora basta una scintilla casuale, un mozzicone di sigaretta, un barbecue, ma anche una fucilata a far incendiare la torba che, inoltre, nella maggior parte dei casi può bruciare anche per autocombustione. Senza dimenticare la mano dell’uomo che, per biechi interessi personali, può portare volontariamente all’insorgere ed al propagarsi dei roghi.

La combustione della torba, in termini tecnici detta anche “gassificazione”, è pericolosa perchè provoca il disperdersi nell’aria di sostanze nocive quali i componenti del carbonio (anidride carbonica, ossidi, ecc.) ma anche fenoli, benzo-pireni, toluene e perfino diossina. Questi gas, dannosi per la salute, si aggregano alle microparticelle solide presenti nell’aria e attaccano le vie respiratorie, provocando danni significativi talora anche su vasta scala. Inoltre la torba, al suo interno, è molto mineralizzata: le fiamme liberano quindi altri componenti quali soprattutto nitrati e fosfati che poi, per dilavamento, finiscono nelle acque del lago, complicandone ulteriormente l’equilibro biotico, fino all’eutrofizzazione e all’anossia, cioè alla mancanza di ossigeno e dunque di vita.

Quando i roghi sono già scoppiati, sarebbe opportuno trattarli come incendi in un bosco (con utilizzo di Canadair, elicotteri, ecc.) anche se le problematiche burocratiche ed amministrative al riguardo paiono di difficile risoluzione: per questo si preferisce adottare altri metodi, costringendo ad intervenire i proprietari dei terreni peraltro non sempre disponibili o rintracciabili come in questo caso. Da qui i colpevoli ritardi con cui questi problemi nocivi vengono affrontati e superati. La soluzione migliore per ovviare a questi pericolosi fenomeni è certamente rappresentata dal “lagunaggio”, ovvero dall’allagamento delle aree interessate dagli incendi, anche con iniezioni di acqua in profondità, perchè la torba non brucia solo in superficie, ma anzi la combustione si propaga anche sottoterra. Ciò sembra opportuno anche come prevenzione: se non è possibile interrompere il pompaggio delle idrovore e quindi il conseguente rialzo della falda freatica che comporterebbe il contatto in profondità della torba con l’acqua, allagare vaste aree oggi emerse, toglierebbe una volta per tutte certamente spazio al fenomeno dell’autocombustione di terreni ormai incolti ed abbandonati. Si deve poi ricordare che inoltre tali aree allagate potrebbero essere utilizzate per la fitodepurazione e per la ricomparsa nel bacino di colture tradizionali quali riso e canapa. Lagunaggio dunque come duplice vantaggio: torba costantemente bagnata od umida e perciò non più soggetta ad incendi, ma anche un più sano e salutare utilizzo del “sistema lago”. Per la sicurezza dei cittadini sembra infine imprescindibile un attento e continuo monitoraggio ambientale, con particolare attenzione per l’analisi chimica dei gas sprigionati dalla combustione della torba. Tali analisi, più volte richieste e sollecitate alle autorità competenti, non sono ancora state eseguite mentre invece rappresentano il primo passo per la salute pubblica.

Gli incendi della torba costituiscono dunque un grave pericolo per l’intera comunità ed i loro effetti non devono essere minimamente trascurati. Un loro spegnimento in tempi rapidi, anche con attrezzature adeguate, non deve essere procrastinato così come deve essere implementato il lagunaggio come sistema di mantenimento e miglioramento della vita naturale dei terreni attorno al lago: l’allgaamento di ampie zone di territorio del bacino lacustre appare la soluzione più idonea per impedire ulteriori combustioni colpose o dolose che siano, della torba in futuro.

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ultimo aggiornamento: 15-09-2018


Incendio di torba e puzzo, il video del sopralluogo del senatore Ferrara con il consigliere Bernardi

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