Domenica tra libri, anteprime, presentazioni e le grandi firme del giornalismo e dell’editoria con Libropolis. Terzo ed ultimo giorno per il festival di editoria e giornalismo in corso nel centro storico di Pietrasanta tra il Chiostro di S. Agostino ed i bar di Piazza Duomo. Presenti con le loro proposte editoriali 20 case editrici in mostra tra le colonne del complesso di S. Agostino tra le opere di Manolo Valdes e la collezione di bozzetti. Il Festival è promosso dall’associazione Libropolis in collaborazione con la rivista online L’Intellettuale Dissidente e Gog edizioni, con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Lucca e Comune di Pietrasanta, e con il contributo di BCC Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana, sponsor tecnico Devitalia comunicazioni (ingresso libero. Programma completo su www.libropolis.org).

A Libropolis è atteso (ore 12.00), per la prima uscita ufficiale come presidente della Rai, Marcello Foa che assieme a Claudio Messora ed Enzo Pennetta, converserà, introdotto da Remo Santini, giornalista della Nazione, su Mainstream e “nuovi media”. Doppio appuntamento con Stenio Solinas, fra i più eleganti editorialisti italiani, che offrirà al pubblico di Libropolis due straordinari ritratti di Lewis e di Céline, protagonisti dei suoi ultimi due libri: alle 10.30, Solinas assieme a Claudio Scorretti,  racconterà la vita di Wyndham Lewis, grande pittore del primo Novecento e al centro di Genio ribelle (Neri Pozza), mentre, alle 15.30, intervistato da Simone Innocenti del Corriere Fiorentino, ci porterà alla scoperta del suo Céline sulle macerie del mondo (Bietti). L’economia torna al centro del dibattito, alle 16.30, con il professor Giulio Sapelli e con l’economista Oscar Giannino, su pregi e difetti della “smart economy”. Finale doc, alle 18.30, assieme a Giovanni Lindo Ferretti, uno dei più grandi cantautori italiani, ospite per una lunga intervista a tutto campo.

Da segnalare il tutto esaurito per la sala del Chiostro di S. Agostino. Posti in piedi, sia venerdì che ieri, per ascoltare Franco Cardini, Paolo Ercolani, Gianfranco De Turris, Toni Capuozzo, Gian Micalessin, Massimo Fini. “Si può essere anti-antifascisti senza essere considerati fascisti?” è la domanda che ha appassionato il pubblico di Libropolis, venerdì pomeriggio, assieme a Franco Cardini e a Paolo Ercolani. Mentre Cardini, che ha presentato Neofascismo e neoantifascismo (il suo pamphlet che entra a gamba tesa nel dibattito sulle ideologie del Novecento) ha criticato la legge “che imbriglia la ricerca storica intorno al periodo fascista”, Ercolani ha poi sorpreso il pubblico: “Da uomo di sinistra dico: l’antifascismo odierno è un alibi. È la malattia senile della sinistra di oggi che cerca un collante ideologico nel vuoto. È come mettersi una maschera e sotto di essa essere nudi, la nudità delle idee. La sinistra non è più capace di riempire il contenitore con idee, la sua è una inadeguatezza coperta dal nulla enfatico, iperbolico e puramente retorico che è l’antifascismo”. E ha concluso: “L’antifascismo di oggi, analizzato con l’intelligenza dello storico è un non senso”.

Storie di guerra e di giornalisti in prima linea hanno aperto la seconda giornata di Libropolis con Toni Capuozzo e Gian Micalessin. Di come il giornalismo di guerra sia cambiato ha parlato Toni Capuozzo, raccontando, fra le altre, la sua esperienza in Bolivia per realizzare un reportage nei luoghi in cui Che Guevara fu ucciso e sepolto. “Un interesse nato nella mia infanzia, turbata dalla guerra nei racconti della mia famiglia che visse l’esperienza dei titini nella Venezia Giulia”. “La guerra ha un fascino oscuro – ha spiegato – e quando quell’armata rossa che aveva turbato la mia infanzia entrò in Afghanistan volli andare lì per raccontarla”. E poi la guerra in Siria, soggetto del suo ultimo libro, per vivere “le storie dei cristiani dimenticati dal’Occidente”.

Irriverente, ironico, controcorrente e “ribelle”, Massimo Fini ha fatto riflettere il pubblico di Libropolis parlando di “dubbio” e di “Occidente”. “L’Occidente – ha detto Fini – ha perso l’esercizio del dubbio. Crede che questa strada e questo modello di sviluppo sia di crescita, di sviluppo e non si pone il dubbio se non sia il caso di fare una retromarcia”. E non ha risparmiato battute sferzanti: “Bergoglio? È una specie di piacione alla Rutelli”.

 

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ultimo aggiornamento: 20-10-2018


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