Nella giornata di ieri, la Questura di Livorno ha proceduto all’esecuzione dell’ordinanza con cui il GIP del Tribunale di Livorno, a seguito delle indagini compiute dalla Squadra Mobile e coordinate dalla  locale Procura, ha disposto nei confronti di un cittadino italiano di 55 anni, la misura cautelare personale del divieto di avvicinamento e di comunicazione nei confronti della ex compagna.

Le indagini, seguite alla presentazione di denuncia da parte della donna maltrattata e condotte dalla Squadra Mobile hanno permesso di acquisire importanti e certi elementi probatori che hanno convinto il Pubblico Ministero a richiedere al GIP un’idonea misura cautelare utile a far cessare lo stato di violenza fisica e psichica a cui era sottoposta la parte offesa.

I maltrattamenti nei confronti della donna, acuitisi nel corso del 2018 e posti in essere sovente alla presenza dei figli minori,  scaturivano da una gelosia ossessiva, che lo portava a colpire ripetutamente la donna, che in alcuni casi è dovuta ricorrere alle cure mediche. Durante gli eccessi d’ira l’uomo colpiva la ex compagna violentemente, infrangendo altresì le suppellettili di casa, distruggendole il telefono cellulare dopo essersene appropriato con la forza, costringendola ad abbandonare la casa in cui vivevano, effettuando ossessivamente  chiamate telefoniche ed inviando messaggi continui e molesti ad essa, pedinandola nei suoi spostamenti e minacciandola di fargliela pagare per averlo lasciato, gestendo in modo non regolato e prepotente le visite ai figli, cagionandole altresì un continuo e persistente stato di paura per la sua incolumità e quella dei suoi cari.

Data la gravità della situazione l’emissione da parte del GIP  dott. A. Del Forno della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla p.o. ed agli altri familiari, nonché il divieto di comunicare con la stessa e i suoi familiari sia per telefono che con internet o con qualsiasi altro mezzo.

Laddove il soggetto non ottempererà, la legge permetterà ai poliziotti di provvedere con l’arresto in flagranza e con la richiesta di aggravamento della pena in carcere.

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