Sabato 24 novembre alle18,30 presso la libreria “La Vela” di Viareggio, Umberto Cinquini presenterà il suo libro “Sono solo mascheroni” (Pezzini, 2018) una biografia romanzaa nel mondo del Carnevale. In vista dell’evento, abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con lui.
1) Hai scritto un libro che racconta la tua esperienza nel carnevale, spaziando dalla tua biografia ai meccanismo di questo grande spettacolo. A chi è rivolto il tuo libro?
Principalmente ho scritto un diario per darmi un poco d’ordine. La mia maestra, che certo non ho ben voluto, diceva che avevo una confusione mentale. Questa confusione è dovuta al fatto che voglio farne troppe, e così facendo spesso combino casini. Ecco, scrivere mi ha aiutato a capire che in tutta questa confusione c’era anche del buono, bastava selezionare un po’.
2) Quale filo conduttore possiamo seguire nel percorso che hai tracciato con le parole?
Potrei dire la perseveranza, la tenacia, la determinazione, tutte belle parole. In realtà credo che il il mio obbiettivo nella vita sia godermela e non annoiarmi mai, a costo di inguaiarmi.
3) Da artista a tutto tondo quale sei, quali sono differenze (positivie e negative) di esprimere emozioni con la cartapesta e con le parole scritte?
La scrittura può sembrare un arte meno faticosa, in realtà trovare le parole giuste spesso può provocare uno sconvolgimento interiore. L’arte in generale è il desiderio di esprimere emozioni, e tirare fuori da se un emozione è sempre un gran sacrificio.
Hemingway sosteneva che scrivere è semplice, basta mettersi davanti ad un foglio bianco e cominciare a sanguinare. L’arte in generale è la gran fatica di esprimersi al mondo.
4) Con il tuo libro stai girando in varie parti di Italia. Cosa attira maggiormente della tua opera?
Diciamo che girerò… ho programmato incontri con gli appassionati di Carnevale di alcune città d’Italia. Sono molto felice di incontrare altre realtà, c’è sempre da imparare ovunque. Il Carnevale di Viareggio è amato ed apprezzato in tutta Italia e non solo, forse più che a Viareggio, sarà un bel viaggio nel pianeta Carnevale.
5) Nel tuo libro si parla molto di infanza. Se tu dovessi descrivere il carnevale con gli occhi del bambino, cosa diresti?
Io ho due figli, Michele e Jacopo, fantastici e differenti tra loro.
Michele, a due anni ascoltava le canzoni del Carnevale anche in  agosto, il suo gioco preferito era fare i mini carri con la Lego, per farla breve era un predestinato.
Jacopo il Carnevale lo sopporta per necessità.
Il Carnevale è qualcosa che hai dentro, e non ti abbandona mai. Ci sono tanti bambini che vengono a visitare la cittadella, io riesco a scoprire chi ha dentro la fiamma del Carnevale, si legge negli occhi, è una cosa che non si può spiegare.
6) Rivolgendo un invito al lettore per venire in libreria, cosa diresti?
Il libro è uscito il 7 ottobre, ad oggi la soddisfazione più grande sono stati i messaggi di persone che nemmeno conoscevo che mi dicono di non essere riusciti a smettere di leggere, ed hanno finito “sono solo mascheroni” in un pomeriggio. Il libro mi rispecchia, faccio un gran casino, ma non annoio mai.
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umberto cinquini

ultimo aggiornamento: 20-11-2018


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