L’abat-jour [Recensione libro]

L’abat-jour (interno lucchese) Guido Del Monte Ed. Ets

Torna in libreria il viareggino Guido Del Monte con “L’abat-jour” sottotitolo: interno lucchese edito dalla casa editrice ETS. In copertina un frammento de “Il raggio verde” di Rohmer.

Copertina e titolo contengono già delle informazioni che invitano con chiarezza il lettore nel mondo che Del Monte traccia nel suo nuovo romanzo: un regista dedito alla Nouvelle Vague, Lucca, la luce come metafora di qualcosa che schiarisce il buio.

Protagonista del romanzo è Berti, un uomo che vive a Lucca di rendita grazie a una cospicua eredità. Ha al suo attivo numerosi film mai proiettati per il grande pubblico, i film sono “Le protagoniste” (opere precedenti di Del Monte, ndr) e è in una fase indefinita, stanca, quasi apatica dell’esistenza. Un giorno suona il suo campanello una giovane donna che ai tempi dell’amicizia su Facebook, chiede le amicizie suonando direttamente il campanello.

Tra i due si instaura subito un rapporto schietto, intenso basato su dialoghi serrati, densi in cui lentamente l’uno scopre il proprio mondo interiore all’altro.

Lentamente scopriamo così chi è Diana, un personaggio femminile ben delineato e approfondito capace di conquistare il lettore, oltre che Berti. Sarà proprio Diana a portare una nuova fase piena di stimoli, iniziative, tentativi nella vita di Berti, fra il dolore della consapevolezza e la gioia di ricominciare a mettersi in gioco.

Il libro di Del Monte è un romanzo complesso che si posiziona ancora un volta tra narrativa e film, sebbene rispetto agli altri volumi pubblicati risulti essere più definito, organico, a tratti poetico.

E’ un romanzo luminoso sull’incontro reale con l’altro, sulla fiducia, sul riscatto, sulla solidarietà complice che può nascere tra due persone in attesa di una nuova chance a tutto tondo nella propria esistenza.

Diana è travolgente, spesso Berti sembra subire l’entusiasmo e la vitalità della ragazza perché introietta lentamente i punti di vista, le proposte della ragazza.

Grande protagonista è il cinema come suggestione ma anche come parte attiva della storia: nel buio della sala sta ai protagonisti scrivere la propria esistenza sul grande schermo.

Altra protagonista è Lucca, con i suoi vicoli, le sue stradine per cui sembra sempre un’ambientazione di interni.

Il lavoro, l’eredità in senso materiale e spirituale, il rapporto con i padri, le relazioni sono al centro della dinamica del romanzo grazie ai dialoghi ben costruiti e al tempo stesso empatici con cui Del Monte muove la trama. Sono il vero gioiello del libro: si propongono nel loro essere confronto e incontro, come un vero e proprio amplesso di parole.

Un regista che per scelta non si mette in gioco col grande pubblico, un approccio critico ma aperto verso i social media, l’autoproduzione: molti sono gli elementi autoreferenziali dell’autore che varrebbe la pena approfondire in un confronto col pubblico.

“L’abat-jour “ è un romanzo che colpisce, affondando la lama nelle emozioni e nei ragionamenti del lettore, pubblicato dalla casa editrice ETS capace di dare all’opera la distribuzione e il respiro che merita.

Nel sofisticato book trailer,a  cura di Nicola  Raffaetà, qualche anticipazione del libro

https://www.youtube.com/watch?v=lo_LTI4FmFA&feature=share

L’autore

Del Monte (Viareggio, 1969). Dopo gli studi in filosofia e vari mestieri nel 2000 pubblica “Costa West”. Dal 2016 cura il progetto editoriale Maison Nouvelle Vague www.nouvellevaguelibri.com

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