Dirigente del gabinetto regionale della Polizia Scientifica di Genova dal prossimo 22 luglio. Prestigioso incarico per il vice questore dottor Giuseppe Testaì. Una carriera nata a Viareggio, dove per diversi anni ha ricoperto l’incarico di vice commissario, e tutta in ascesa quella di Testaì, laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Pubblica Amministrazione, specializzato in tecniche investigative, oggi 44 enne, e che lo ha portato, poi, a dirigere prima la Squadra Mobile di Pisa, poi la sezione catturandi della Mobile di Napoli, la Squadra Mobile labronica e, attualmente, in forza allo Sco, il servizio centrale operativo ndella Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, che coordina le squadre mobili delle questure di tutta Italia e l’attività investigativa sulla criminalità organizzata

Molti i suoi successi investigativi, a partire proprio da Viareggio quando – giovanissimo vice dirigente -, nel febbraio 2008, in meno di 48 ore, risolse l’omicidio di Sandro Grazzi, avvenuto a Lido di Camaiore, arrestando la moglie, Adriana Miranda Pereira, condannata sia in primo grado, che in Appello e in Cassazione. La svolta nelle indagini avvenne con l’intercettazione di alcune telefonate che la donna fece alla madre in Brasile, nelle quali raccontava di essere stata lei a colpire il marito con un coltello da cucina, durante una lite familiare. Ed è proprio a quel caso di sangue che è legata l’amicizia di chi scrive con il dottor Giuseppe Testaì: lavoravo al Corriere di Lucca e Versilia e per me fu il primo caso di cronaca di nera che seguii in prima persona. Ma i suoi successi investigativi non si sono mai fermati, tanto da vedersi attribuito l’appellativo di “Maradona delle indagini”, a partire dall’arresto di Angelo Marino, uno dei 100 latitanti più pericolosi, ricercato per fatti legati alla faida di Scampia, scissionista del clan Di Lauro, accusato di due omicidi e altri reati. Cattura, questa, che lo ha portato a ricevere un encomio solenne. Due, poi, le operazioni toscane per le quali il Vice Questore Aggiunto Testaì, uomo del sud, ma residente in Versilia ormai da anni, dove vive con la moglie e il figlio, di poche parole, “sbirro” dei fatti, bravo, e attento, si è distinto. La prima relativa ad una operazione congiunta delle squadre mobili di Firenze, Pisa e Napoli quella che portò a sgominare la banda responsabile della sanguinosa rapina al portavalori di Pontedera, dove tra gli arrestati ci fu anche un volto noto nella provincia di Lucca. La polizia di Stato aveva infatti scoperto gli autori del colpo messo a segno ai danni del portavalori della ditta Securpol, avvenuta il 18 giugno 2012, e perpetrata al supermercato Panorama di Pontedera, ed eseguito alcune ordinanze di custodia cautelare in carcere. Alle 8 di mattina di quel 18 giugno presso il centro commerciale Panorama in piazza Caduti di Sarajevo a Pontedera, avvenne una rapina in danno del furgone portavalori che stava prelevando l’incasso del fine settimana. Alcuni malviventi, tutti travisati con passamontagna e armati di pistola, avevano aggredito le due guardie giurate impegnate nella movimentazione del denaro, mentre la terza guardia alla guida del furgone si defilava precauzionalmente dal luogo, come previsto dalle procedure operative. Dopo avere malmenato e minacciato i due portavalori ed aver sottratto loro le pistole di ordinanza i rapinatori erano fuggiti a bordo di un Opel Combo e di una Dacia Sandero, portando via la somma di 82.500 euro in contanti. Durante la fuga per eliminare eventuali scomodi testimoni due dei rapinatori, affacciandosi dal portello posteriore del furgone in corsa, avevano sparato alcuni colpi di arma da fuoco in direzione di un uomo che inconsapevolmente stava seguendo con la propria macchina la vettura in fuga . L’uomo era stato colpito gravemente al volto e, successivamente ricoverato presso l’ospedale di Pisa, dove è rimasto, in pericolo di vita, per diverse settimane. Subito dopo la Polizia aveva ritrovato in una zona boscosa, non molto distante dal supermercato, in località Treggiaia, lungo la strada per Volterra, l’auto ed il furgone utilizzati dai banditi. Il furgone era stato dolosamente dato alle fiamme e pertanto eventuali tracce erano state disperse dalla potenza del calore, mentre il pronto intervento del personale operante aveva impedito che anche l’auto fosse aggredita dal fuoco. Di qui, poi, aveva preso spunto la brillante indagine, che sviluppatasi per diversi mesi, aveva portato al risultato degli arresti. Le lunghe e complesse attività info-investigative dirette dal pubblico ministero pisano Giancarlo Dominijanni, condotte dalla squadra mobile di Pisa che era stata coadiuvata dalla squadra mobile di Firenze del dirigente Alfonso Di Martino, e con la fattiva collaborazione della sezione Catturandi Squadra Mobile di Napoli diretta da Giuseppe Testaì, avevano permesso di scoprire, ed assicurare alla giustizia, gli autori della rapina e del tentato omicidio dell’ignaro passante. La seconda indagine, invece – “pizza e camorra” -, in merito di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti della Camorra, è legata a Viareggio, e risale al gennaio 2014: 5 ristoranti, bar e pizzerie e 3 milioni di euro finirono sotto sequestro, con 12 persone indagate e 34 perquisizioni, anche ad un noto stilista toscano, con la casa in Versilia. A finire sotto sigilli, con una misura patrimoniale, era stato il ristorante bar “La Passeggiata”, ex Fappani, in piazza Mazzini a due passi dall’orologio sul lungomare, gestito dall’omonima società “La Passeggiata srl”, il cui rappresentante era Espedito Parisi. Ma nel mirino dell’inchiesta anti infiltrazione camorristica erano finiti anche alcuni ristoranti pizzeria del pisano, a San Giuliano Terme, a Pisa centro e a Marina di Pisa, il “Salustri”, “l’Imbarcadero”, “l’Antico Vicoletto” e il “Ristopizza L’arciere”, riconducibili a Espedito, Giuseppina e Carmela Parisi. Il blitz, avvenuto oltre che a Viareggo e Pisa anche in Lazio e Campania, aveva portato al fermo di ben 90 persone, e i beni sequestrati, in totale, ammontarono a 250 milioni di euro.

Ad majora, quindi, con le congratulazioni al dottor Giuseppe Testaì per questa nuova “avventura” ligure.

 

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