Quasi tre (T. Avati, Fabbri, 2018)

No, non piango. Non voglio piangere. Non ancora. Voglio restare lucida. Devo stare calma. Devo crederci, senza crederci troppo

Ci sono argomenti spesso rimossi dalla narrativa contemporanea, sono argomenti scomodi, a volte dolorosi, difficili da esprimere. E con questo libro “Quasi tre” Tommaso Avati ha dimostrato coraggio, determinazione e soprattutto sapienza nello scegliere modi, ritmo e registri narrativi. “Quasi tre” è la storia di Raffaele e Benedetta, sposati da undici anni. Lui, sceneggiatore e insegnate in cerca di affermazione e collocazione nel mondo lavorativo e nella propria famiglia di origine. Benedetta lavora in un’agenzia di spettacolo, vive pienamente il contrasto di donna affermata nei quarant’anni e il senso di inadeguatezza e incompletezza. La coppia desidera un figlio che non arriva fino a quando il destino sembra cambiare: una gravidanza, un film da girare. Certo poi le carte degli eventi si mischiano a proprio piacimento, spesso con una dose di crudeltà e imprevisti che spiazzano. E allora riusciranno i nostri protagonisti a sopravvivere al caso, alla crisi coniugale e personale che si abbatte su di loro?

Tommaso Avati ha scelto una narrazione pulita, netta, alternando le due voci narranti dei protagonisti ed è molto bravo nel restituirci pensieri, emozioni, parole di Raffaele e Benedetta. Ciò che mi ha colpito di questo libro è indubbiamente la capacità che ha di giocare anche con gli umori del lettore: in poche pagine si passa dal riso alla tristezza, dalla leggerezza, ai pensieri più complessi. Una giostra di emozioni che ben rappresenta la giostra di eventi in cui i personaggi sono immersi.

E’ un libro schietto capace di prendere le esistenze di Raffaele e Benedetta e interrogarsi (e interrogarci) sui temi della personalità, del cambiamento, della genitorialità mancata, della confronto col padre, dei rapporti di coppia, degli istinti nelle relazioni sfuggenti, della precarietà lavorativa e affettiva.

Un libro agile, capace di interessare il lettore e capace di ritagliarsi uno spazio deciso nelle storie con un’identità forte e uno stile capace.

Buona lettura!

(Visitato 144 volte, 1 visite oggi)

«Un’alba vigliacca – la strage di Querceta – Il sopravvissuto racconta», alla Gamc il libro di Crisci

L’attimo prima [Recensione libro]