I violini della foresta boliviana arrivano in Toscana. Sono quelli dei musicisti della Scuola Superiore di Arte e Musica del Chaco Boliviano che dopo aver suonato per Papa Francesco a Roma in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, si fermeranno nella nostra regione per una serie di concerti.

Storia di un legame

Da 100 anni un filo rosso lega la Toscana alla Bolivia. I primi ad annodarlo furono i frati francescani della Provincia Toscana che nel 1919 si dedicarono all’evangelizzazione del Chaco Boliviano, una vasta zona rurale fra le più povere del paese, abitato in gran parte da indios di etnia Guaranì.

I frati ripercorsero le tracce di un altro toscano, il missionario gesuita e grande compositore Domenico Zipoli, originario di Prato, che nella prima metà del ‘700 lasciò un’impronta culturale indelebile nel popolo Guaranì.

Nacque allora l’amore di questi abitanti della foresta per la musica e gli strumenti musicali, soprattutto violini, realizzati con il legname locale. Un amore che è cresciuto nel tempo. Anche oggi navigando sui fiumi dell’Amazzonia boliviana non è difficile sentire il suono di questi strumenti provenire dal folto della foresta, a testimonianza dell’importanza della musica nella vita quotidiana degli indios.

I medici di Careggi

Gli abitanti del Chaco boliviano hanno un grande nemico: le malattie infettive che colpiscono soprattutto i bambini.

Un aiuto per combattere questo flagello è arrivato ancora una volta dalla Toscana, con i medici della Clinica Universitaria di Malattie Infettive dell’Università di Firenze che da anni sono impegnati in campagne sanitarie nel Chaco boliviano. Un lavoro importante che ha avuto il riconoscimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La scuola nella foresta

Sempre per opera di due toscani, il missionario francescano Tarcisio Ciabatti e l’artista visivo Mimmo Roselli, nel 2007 è nata la Scuola Superiore di Arte e Musica del Chaco Boliviano che ha dato la possibilità alle popolazioni locali di approfondire gli studi artistici senza doversi trasferire nelle grandi città.

Saranno appunto i musicisti formati in questa scuola nella foresta i protagonisti dei concerti toscani.

Sarà un’occasione non solo per ascoltare la loro musica ma anche per parlare dei grandi problemi dell’Amazzonia, dalla deforestazione agli incendi, dalla salvaguardia della cultura dei popoli indigeni all’impegno necessario per combattere epidemie gravissime.

In una parola di come salvare il grande Polmone Verde del Pianeta e i suoi abitanti.

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