“L’onda del movente” (G. Peruzio, 2019, ed. 45Parallelo)

“Vi leggeva una storia di timori inconfessati, di desideri non realizzati, il riflesso dell’insicurezza esistenziale combattuta con lo studio esasperato della propria specialità scientifica. Un insieme di croci e energie che scorrevano in modo simile a quelle che sentiva dentro di sé”.

Esordio nel romanzo poliziesco per Giorgio Peruzio, torinese, viareggino per scelta che ci porta ne “L’onda del movente”. Il thriller è ambientato a Firenze, si snoda intorno a una complicata indagine a cura di Gabuzzi, capo della Scientifica fresco di nomina. Un serial killer traccia una scia di delitti in una Firenze scossa e a tratti misteriosa, soprattutto quando viene reso noto il movente. Deep web, ruolo della stampa, intrighi della magistratura infittiscono l’indagine complessa e sfaccettata. I personaggi in questa tela si muovono con caratteristiche ben calibrate, emergendo dalla storia in ogni pulsione e istinto che li anima.

Il romanzo di Peruzio colpisce indubbiamente per la padronanza che ha nel trattare la materia narrativa: puntuale, approfondita, l’autore sa maneggiare argomenti con accuratezza senza tralasciare il ritmo della narrazione, cambiando spesso registri linguistici a seconda del lato che nella storia emerge, dal linguaggio tecnico di burocrati e informatici a quello morbido e acuto della sensualità.. I dialoghi sono serrati, le descrizioni funzionali all’investigazione. Interessante è l’ambientazione: in “L’onda del movente” l’autore ci porta in una Firenze poliedrica spazia tra quartieri noti e meno noti, con una ricchezza di luoghi che contribuiscono a nutrire la tensione così come le sfere sociali messe in gioco: dalla magistratura alla scuola, passando per il mondo del deep web. Particolare abilità è conferita al gioco di costruzione e smontaggio del profilo da ricercare: un gioco avvincente che riesce a tenere alto l’interesse del lettore fino all’ultima pagina.

Erika Pucci

@erykaluna

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